Tuber magnatum Pico

Tuber magnatum Pico

Nome: da “magnatum” (lat.), dei magnati, dei ricchi signori (Pico, 1778).
Nome volgare: tartufo bianco pregiato.
Periodo di raccolta (L.R. 03 aprile 2013, n. 5): dall’ultima domenica di settembre al 20 gennaio

CARPOFORO – può assumere forma molto varia: rotonda, lombata, con cavità, sinuosa, in relazione ai vari tipi di terreno in cui viene a formarsi. Anche la pezzatura è molto variabile, ma in genere si tratta di tartufi con dimensioni sostenute; non è eccezionale trovare carpofori di 200-300 grammi ed a volte addirittura intorno ad un chilogrammo.
PERIDIO – a superficie liscia, di colore giallo ocra o giallo olivastro, ma talora anche grigio verdastro.
GLEBA – bianco giallastra con toni nocciola o marroncini; le varie tonalità di colore sono in relazione al grado di maturazione, al tipo di suolo e alla specie forestale con cui è unito in simbiosi. In alcuni esemplari cresciuti in simbiosi con il tiglio si notano all’interno maculature biancastre, esili e numerose, che si anastomizzano fra loro conferendo alla gleba una certa marezzatura.
PROFUMO – particolarmente spiccato e gradevole a maturità: inconfondibile e caratteristico anche se non facilmente definibile.
SAPORE – molto gustoso e tipico, può ricordare quello del formaggio grana.
ASCHI – di forma globosa, a volte sub-peduncolanti, di 60-120 x 40-100 micron di dimensione: sono distribuiti disordinatamente e contengono al loro interno da una a quattro spore (Ceruti, 1960).
SPORE – di colore giallo chiaro reticolante a maglie larghe, di forma ovoidale o sferica, di 35-40 x 32-42 micron di dimensione (Ceruti, 1960).
HABITAT – è in grado di svilupparsi solo in determinati pedoambienti molto circoscritti, come in terreni marnosi con una buona quantità di sabbia e buona percentuale di argilla. E’ una specie che predilige ambienti freschi come le zone umide dei fondovalle ed i margini dei fossi. Le tartufaie si trovano anche all’interno o al margine dei boschi e nei coltivi sotto piante isolate. Vive in simbiosi con tigli (soprattutto quelli dei filari stradali), pioppi e salici (lungo i corsi d’acqua), roverelle, cerri, farnie, carpini neri e noccioli. Presente da luglio, matura da ottobre a dicembre, con esemplari precoci in settembre ma dei quali, nelle Marche, è vietata la raccolta.

È un tartufo assai facile da riconoscere sia per l’aspetto sia per la fragranza del profumo. La consistenza della gleba è un ulteriore distinzione dalle specie tossiche vagamente simili (Choyromices meandriformis, Balsamia vulgaris). La confusione con il bianchetto (Tuber borchii) è più probabile sui mercati se provocata a bella posta da commercianti poco onesti, mentre è molto improbabile sul campo, sia per la notevole differenza di aroma sia per le dimensioni sia, infine, per la pubescenza del periodo del bianchetto.

Privacy Settings
We use cookies to enhance your experience while using our website. If you are using our Services via a browser you can restrict, block or remove cookies through your web browser settings. We also use content and scripts from third parties that may use tracking technologies. You can selectively provide your consent below to allow such third party embeds. For complete information about the cookies we use, data we collect and how we process them, please check our Privacy Policy
Youtube
Consent to display content from Youtube
Vimeo
Consent to display content from Vimeo
Google Maps
Consent to display content from Google
Spotify
Consent to display content from Spotify
Sound Cloud
Consent to display content from Sound