Itinerario Sincretismo nostrano

Sincretismo nostrano

Un itinerario tra la valle del Foglia e quella del Conca, che si propone di scoprire piccoli e grandi borghi imperniati di storia, tradizione e leggende pre-cristiane che persistono nel tempo, cultura conscia e inconscia presente ugualmente nel paesaggio e negli abitanti che vi vivono

Luogo di partenza: Tavoleto
Luogo di arrivo: Bronzo
Lunghezza: 58,22
Difficoltà: difficile
Bici consigliata: Gravel, MTB

Descrizione

L’itinerario propone oltre che singoli posti da visitare, un territorio da scoprire, che chilometro dopo chilometro si dipana in una campagna ricca di testimonianze storiche, di piccoli e grandi centri, dove a distanza di secoli ancora permangono riferimenti pagani e trovano posto nuove modalità di vivere e lavorare in certi luoghi.
Tavoleto: Palazzo Petrangolini, da questo castello dalle fattezze medioevali e gotiche, nato dalle rovine della rocca martiniana, partiamo. Attraversiamo questo piccolo ma ben organizzato comune denso di servizi e attività commerciali, lasciamo la strada principale per seguire l’indicazione Torricella.
Arrivati a fondo valle la strada risale e si biforca, a noi la scelta di andare verso Pian di Castello o verso Valle Fuini, itinerario storico il primo, magico il secondo.
Di Torricella si scorge da subito il campanile della sua chiesa, ci si dirige poi verso Pian di Castello per una bella strada bianca panoramica in salita, non lasciamoci trarre in inganno da quel “Pian” ma piuttosto raramente siamo così fortunati da trovare un castello a fondo valle. Quando il cartello ci indica di essere arrivati a Pian di Castello siamo quasi sorpresi, rimanda col pensiero più che a dame e cavalieri, a pellegrini e viandanti, è un luogo di passaggio dove troneggia in fondo al paese la chiesa. I cartelli segnavia dei “sentieri della fede” ci indicano come Valle Avellana con l’importante Santa Maria in Silvis, non sia troppo distante, e che una via di comunicazione alternativa alla Flaminia passava da queste parti; latitudini di confine tra Marche e Romagna e di passaggio di genti di tutti i ranghi.
Valle Fuini, ovvero valle dei folletti, invece, non è un’ascesa, ma è un calarsi in un territorio verdeggiante e ombroso, una simil Val di Genova (Trentino Alto adige) delle nostre parti, certo non è così lunga e stretta e a quanto ne sappiamo nessun Concilio di Trento ci ha mandato in esilio Streghe e Maghi.
Percorrendola però, si ha l’impressione di essere osservati. Fatta scottandosi con un bel sole caldo o infradiciandosi sotto un temporale scrosciante rimane sempre suggestiva. Tradizione vuole che chi passava di qui al tramonto potesse incontrare proprio i folletti, che facilitavano o ostacolavano il progredire nella valle.
Retaggio culturale di credenze pre-cristiane, a noi non rimane altro da buon viaggiatori ospiti su questa terra, chiedere il permesso di solcarla con passo leggero o ruota delicata e gustarne appieno il misterioso fascino.
Verso il nono chilometro le due strade si ricongiungono e l’itinerario prosegue con vedute panoramiche fino a San Marino. In poco tempo arriviamo a Mercatino Conca, comune che si sviluppa tutto sulla via principale e che trova un naturale sbocco lungo le sponde del fiume Conca,costeggiato da una ciclopedonale.
Salendo ancora approdiamo al Comune di Monte Grimano Terme, è già da qualche chilometro che dalla sua altezza di 536 m slm lo vediamo svettare.
Con estremo piacere scopriamo l’impegno di questo comune per “rendere il mondo intero una bibloteca”, il progetto “LiberaLibri” colloca in più di venti punti sul territorio comunale piccole casette in legno rosa per incentivare il book crossing.

Monte Grimano ha storia antica, già citato prima dell’anno 1000, la sua posizione così strategica lo ha sempre reso molto appetibile.
In particolare è dalla metà del 1300 quando il Cardinale Albornoz conquista il comune in nome dello Stato Pontificio, successivamente viene ceduto insieme ad altri castelli alla famiglia dei Montefeltro.
Godé fino al 1446 di una certa tranquillità ma in questo anno dovette confrontarsi con le mire espansionistiche di Sigismondo Malatesta che irruppe nel castello distruggendolo. A oggi dell’originaria struttura rimane solo la Torre Civica. Seguirono anni burrascosi con le lotte tra i signori di Rimini e quelli del Montefeltro, dovremmo aspettare il 1461 quando Federico sconfigge per sempre il suo più acerrimo rivale.
Dopo anni di pace sotto i Montefeltro, Montegrimano passò prima ai Della Rovere e poi nuovamente allo Stato Pontificio.
Quello che arriva a noi oggi è un centro che cerca di sposare la sua antica storia con i tempi moderni, valorizza il proprio centro storico dalla caratteristica forma a spirale e il territorio circostante ricco di bellezze naturali. Lasciamo Monte Grimano con l’augurio che presto lo stabilimento termale possa riaprire, donando a questo suggestivo borgo un carattere sempre più improntato sul turismo dolce e la ricerca del benessere.
Continuiamo, la strada principale è larga e non particolarmente trafficata ci consente di guardarci attorno, Monte Grimano visto anche da questa angolazione continua a catturare la nostra attenzione, ma proseguendo la strada serpeggia in dolci tornanti in discesa, e dall’alto avvistiamo la chiesa oratorio di Suripe. Edificata tra il XVIII e XIX secolo non presenta caratteristiche di pregio ma nel mese di maggio la popolazione di Monte Grimano si riversa qui in processione. Devozione che, malgrado la struttura sia di recente costruzione, è presente fin dalla metà del medioevo.
Anche al viaggiatore più ateo, agnostico ed eretico, non può sfuggire la particolarità del sito dove è costruita, un boschetto la custodisce e il bel panorama che se ne gode dal suo sagrato invita ad una sosta.
Lasciando la via della fede per quella della Strada Provinciale 46, beatamente raggiungiamo Monte Cerignone.
Al culmine del borgo si erge la massiccia fortezza edificata nel XIII secolo dai Conti di Montefeltro. Passò poi successivamente ai Malatesta che ne modificarono la forma, ma le ristrutturazioni più consistenti sembra vennero fatte, ma non vi è certezza assoluta, da quel geniaccio di architettura militare di Francesco di Giorgio Martini su commissione di Federico da Montefeltro.
Rilevante per la sua grazia è l’antistante piazza Begni con palazzo omonimo, ma Monte Cerignone è tutto da scoprire, un paese in verticale con tanti vicoli che si innestano sulla via principale, bisogna fare attenzione ai particolari, in pochi metri ci sono concentrate ben tre chiese: San Biagio, Santa Caterina, Madonna del Divino Soccorso ognuna con la propria particolarità; murales in ricordo della nobile famiglia ghibellina Della Faggiola, signori di queste terre e di altre nella Massa Trabaria; fontane storiche e in memoria ai caduti; abitazioni caratteristiche e balconi panoramici; buoni freni e riflessi pronti sono d’obbligo.
Montecerignone fu privilegiato del titolo di Terra per la sua posizione strategica e fu sede dell’unico Tribunale montefeltrano e del Commissario feretrano, le cui sentenze sono conservate nell’archivio storico del Comune. Commissario feretrano nel 1447 era Vito Antonio de Tonsis, che rinvenne nell’archivio storico il cosiddetto “Dante di Montecerignone” che tramanda un commento al XXVII canto dell’Inferno, oggi custodito nell’Archivio di Stato di Firenze.
Lasciamo questo arroccato comune per dirigerci a sud, lambiamo le pendici del Monte Faggiola, deriva il nome alla Famiglia Faggiola che però sembra essere originaria di Casteldelci, ma noi sicuri invece ci dirigiamo verso un’altra città che la sa lunga sulle sue origini: Macerata Feltria.
Divisa anche essa come Monte Cerignone tra Castello e Borgo, al nostro arrivo ci prende alle spalle, nascondendosi tra la vegetazione, ci appare solo la parte più nuova di questo agglomerato, ma Macerata Feltria vale la pena essere scoperta, non è una facile preda e raggiungere il suo cuore storico richiede un bell’esercizio di fiato ai nostri polmoni.
La strada è in salita, passiamo sul Ponte e troviamo subito alla nostra destra la chiesa di San Francesco, quest’ultima ormai spogliata dei suoi interni ha evitato di essere distrutta l’inizio del secolo scorso ed ora custodisce il Museo della radio d’epoca.
Inerpicandoci oltrepassiamo l’arco dei Pelasgi, l’antico popolo di origine ellenica che viene dal mare che ha dato origine a questo insediamento, e poi la chiesa di San Giuseppe con portale ogivale ci introduce in un ambiente raffinato e antico: dietro all’altare una grande pala dorata della Vergine del Rosario e Misteri, davanti all’altare una teca custodisce una stoffa di cuoio dipinta e dorata con lo stemma dei Montefeltro, risale al quattrocento e noto col nome di “corame”, alle parti, lungo i lati della chiesa scranni in legno costruiti per la confraternita invitano ad una sosta.
Ma basta appena girare lo sguardo di pochi gradi, una volta usciti da questa ricca chiesa, che ci si trova di fronte il Palazzo del Podestà, oggi sede del Museo Civico Archeologico, singolare è come sotto ad esso un passaggio ad arco conduca a civili abitazioni, travi di legno enormi sorreggono il palazzo e non è da tutti possedere un affresco sul muro proprio sopra il portone di casa.
L’itinerario ci porta verso est, ma se volessimo approfondire le origini romane di questa cittadina, poco distante, direzione ovest troviamo la Pieve di San Cassiano, con scavi archeologici attestanti i primi insediamenti.
Lasciamo storia e architettura per inoltrarci nuovamente nella natura che ci circonda, una strada secondaria che già dai primi tornanti permette ampie vedute ci condurrà per monti e borghi poco conosciuti.
Il fondo è piuttosto buono, la strada larga e poco frequentata, puntuali segnali stradali ci indicheranno la via, godiamoci pure la pace del luogo. Incontreremo lungo la via l’ostello Grassano che si distingue subito per l’imponente architettura di canonica che fu un tempo, poi dopo qualche chilometro immersi nella natura attraverseremo il piccolo borgo di Sant’Antonio, in mezzo alla via la Chiesa, ora intonacata rimanda comunque qualcosa di antico, o è la suggestione di un paese e dei suoi pochi abitanti che sembra un’isola a sé, quasi immutabile.
Ben altra sensazione rimanda Valle di Teva, in passato doveva essere fortificata ma ben poco rimane delle sue mura, sarà perché qui finisce la strada asfaltata o per la disposizione delle case, ognuna con il suo posto ben preciso su questo poggio, niente sembra casuale.

Il borgo si apre con l’agriturismo Castello, un’imponente caseggiato in pietra, poco dopo una piccola deviazione ci conduce alla Fonte di Priapo, una scritta sul muro così recita: “Volteva è nota per i giardini irrigui, per i doni di Minerva e per l’acqua che vi si beve tepidamente leggera…ove insieme si godono le delitie di Priapo nei suoi horti verdeggianti”.
Priapo nel mondo greco era simbolo della forza sessuale maschile e della fertilità della natura, protettore di greggi, pesce, api e orti, era usanza delimitare gli agri di terra coltivabile con cippi di forma fallica, forse ci rimanda proprio alla vocazione agricola del luogo e l’importanza della prole per avere braccia da dedicare alla terra.
Continuiamo a scoprire Valle di Teva, inerpicandoci fino alla torre campanaria.
Questo piccolo borgo ha ancora un alto potenziale da esprimere se venisse ristrutturato a dovere, riportato a pietra, vissuto come luogo non solo di vacanza ma come dimora stabile.
Ma è ora di riprendere il cammino, la strada in discesa verso Bronzo corre leggera, ne approfittiamo per riavvolgere mentalmente le tante immagini che grandi e piccoli borghi ci hanno trasmesso, uniti tra loro da una manciata di chilometri, da strade secondarie costeggiate di vegetazione e campi coltivati, con la netta sensazione che ancora sia possibile un equilibrio e complicità tra uomo, natura, storia e tradizione.
Bibliografia
Daniele Sacco – I cento borghi Vol.3
Daniele Sacco – I cento Borghi Vol.7
Touring Club Italiano –
Sitografia:

Monte Grimano Terme

Monte Cerignone

Monte Grimano Terme


https://www.iluoghidelsilenzio.it/la-rocca-di-monte-cerignone-pu/
http://www.comune.montecerignone.pu.it/
http://www.treccani.it/enciclopedia/uguccione-della-faggiuola_%28Enciclopedia-Dantesca%29/
http://virtualtour.comune.maceratafeltria.pu.it/
https://www.caseinautogestione.it/it/m-dettaglio-casa.php?hid=403 Ostello Grassano
http://www.vallediteva.it/index.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Priapo

Privacy Settings
We use cookies to enhance your experience while using our website. If you are using our Services via a browser you can restrict, block or remove cookies through your web browser settings. We also use content and scripts from third parties that may use tracking technologies. You can selectively provide your consent below to allow such third party embeds. For complete information about the cookies we use, data we collect and how we process them, please check our Privacy Policy
Youtube
Consent to display content from Youtube
Vimeo
Consent to display content from Vimeo
Google Maps
Consent to display content from Google
Spotify
Consent to display content from Spotify
Sound Cloud
Consent to display content from Sound