Alla corte di Filippa
Località di partenza: Cagli
Località di arrivo: Cagli
Lunghezza: 33,47 Km
Difficoltà: facile-media
Bicicletta consigliata: MTB Gravel
Descrizione
La vita alle volte ti chiama a schierarti, prendere una posizione ben precisa, ed è quello che ti verrà richiesto in questo itinerario: o patteggi spudoratamente per l’intrepida eroina protagonista di questa escursione, o verrai additato come traditore, che siano passati ben 8 secoli poco importa.
Il tutto si svolge nel territorio di Cagli, già frequentato fin in epoca protostorica, era importante luogo di passaggio, diventa poi punto nevralgico con la costruzione della consolare Flaminia, dove vi sorgevano taverne e botteghe per i viandanti.
Ma proprio con la caduta dell’Impero Romano acquista potere e prestigio divenendo già nell’VIII secolo una città e sede vescovile con una diocesi molto ampia.
Nell’anno 1000 sorsero diversi castelli controllati da piccoli feudatari locali che ci tenevano alla loro indipendenza da Cagli, che invece, anche con grandi sforzi, cercò di assoggettarli.
Correva l’anno 1217 e Filippo, Angelo e Rainaldo Siccardi, feudatari proprietari del castello di Naro, si piegavano alle mire espansionistiche del Comune di Cagli.
In cambio della loro fedeltà al Comune chiesero denari, appartamenti, grano, vino, legna e la carica di Podestà.
Tutto sembrava andare per il meglio, ma non avevano fatto i conti con la fierezza e la belligeranza della loro discendenza: Filippa, figlia di Filippo e sorella di Angelo Siccardi mandò all’aria i patti stipulati e dichiarò la sua indipendenza dal Comune.
Filippa, donna forte e risoluta, volle riprendersi quel che era suo, difendendo strenuamente il Castello, che situato su uno sperone roccioso in una importante via di comunicazione faceva gola ai cagliesi.
Questa feudataria guerriera convinta del valore dei suoi possedimenti e della sua forza riuscì ad opporsi allo strapotere di Cagli per circa 10 anni.
E comunque quando si dovette arrendere consegnò il castello in ben misere condizioni, ed era talmente temibile che le fu imposto di non risarcire le proprie fortezze e soprattutto a non edificarne altre.
Il nostro itinerario si prefigge di scoprire la figura di questa coraggiosa feudataria e di comprendere la morfologia di un territorio e del suo ruolo strategico
Partiamo proprio da quel comune che le fu acerrimo nemico: Cagli.
Superato il ponte Manlio, altra testimonianza di resilienza di questo territorio, ci inerpichiamo alla volta di San Fiorano, una vegetazione rigogliosa ci avvolge, la strada salendo diventa una carrareccia che ci permette di immaginarci nell’anno del Signore 1219, in sella ai nostri fidi destrieri, siamo diretti al Castello, fieri della nostra indipendenza e della forza della nostra Signora Guelfa.
Il nostro occhio scorge sempre meglio i territori circostanti, la Gola del Furlo imponente nella sua frattura, il Candigliano solca questi territori e nei secoli ne ha modellato l’aspetto.
La strada, superato qualche rudere di antica memoria, incomincia a scendere, si apre davanti a noi la valle sottostante e non possiamo fare a meno di fermarci bruscamente e meravigliati quando alla nostra vista appare in tutta il suo ritrovato vigore il Castello di Naro.
La nostra vergine-guerriera: Filippa, era solita controllare il territorio circostante, il nostro imminente arrivo non l’avrebbe certo colta di sorpresa.
Continuiamo a scendere fino ad imboccare poi l’accesso al castello, arrivati alle sue mura comprendiamo subito quanto potesse essere strategico questo maniero, e quanto conteso per l’appunto.
Altra meraviglia di questo lembo di terra è L’abbazia di Santa Maria Nuova, fu fondata sembra nel XII secolo dai frati benedettini.
Purtroppo rimane a testimone solo la chiesa, che presenta sul lato sinistro tracce di numerosi rimaneggiamenti.
Nel retro della chiesa ammiriamo il campanile a vela con due campane ed una monofora romanica; sul lato destro un portico poggia su tre bassi pilastri quadrangolari dove possiamo trovare pace e ristoro.
Per ritornare verso Cagli possiamo riprendere una strada bianca, che come quella dell’andata per S. Fiorano, ci riporta dolcemente indietro nel tempo.
Poco prima di sbucare sulla strada provinciale troviamo segnali CAI che ci indicano il Sentiero delle Ammoniti, procedere in bicicletta su questo tracciato è consigliato solo a chi possiede: buona tecnica, padronanza del mezzo, non soffrire di vertigini e fairplay, se incontrate qualche escursionista fermatevi e lasciatelo passare.
L’alternativa è percorrere la Provinciale, il tragitto è in leggera discesa e si può fare velocemente, una piccola sosta per abbeverarci alla fontana adiacente la cappella della Madonna del Cerbino e poi in breve tempo arrivare a Cagli.
Queste terre furono governate da Federico da Montefeltro che investì sulla città di Cagli, fece costruire una possente rocca dal Francesco di Giorgio Martini sul Monte Petrano collegata tramite un camminamento coperto al torrione, unico superstite…
Fonti
http://www.lavalledelmetauro.it/contenuti/beni-storici-artistici/scheda/4678.html
http://www.lavalledelmetauro.it/contenuti/beni-storici-artistici/scheda/5442.html
http://www.lavalledelmetauro.it/contenuti/comuni-del-bacino/scheda/10678.html
http://www.lavalledelmetauro.it/contenuti/beni-storici-artistici/scheda/6628.html
https://www.castellodinaro.it/la-fiera-feudataria/
https://www.vivereurbino.it/2017/08/02/grande-successo-a-cagli-per-filippa-siccardi-del-castello-di-naro-la-prima-vergine-guerriera-della-storia/648435/
https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-naro-cagli-pu/