Tuber brumale Vitt.

Tuber brumale Vitt.

Nome: da “brumalis” (lat.), invernale (Vittadini, 1831).
Nome volgare: tartufonero d’inverno, trifola nera.
Periodo di raccolta (L.R. 03 aprile 2013, n. 5): dal 1 gennaio al 15 marzo.

CARPOFORO – di forma globosa più o meno regolare ma in genere di piccole dimensioni: al massimo come un uovo di gallina.
PERIODIO – superficie finemente verrucosa, con verruche poligonali, basse ed appiattite (in genere più piccole, 1-3 mm, di quelle del T. melanosporum) che si staccano facilmente dalla gleba; il colore del peridio è decisamente nero, o nero brunastro negli esemplari giovani.
GLEBA – grigio-brunastra o grigio-fumo con venature bianche più rade e più grosse rispetto al T. melanosporum, queste venature, piuttosto larghe ed appariscenti, spesso si dilatano alle estremità, oppure, confluendo numerose in uno stesso punto, formano caratteristiche ed ampie chiazze biancastre.
PROFUMO – grato ma forte (da cui il nome “nero forte”) che negli esemplari maturi ricorda quello della rapa.
SAPORE – più marcato, anche se meno squisito del tartufo nero pregiato.
ASCHI – ellittici, dapprima brevemente peduncolanti poi sessili, misurano 100×70 micron (Ceruti, 1960); la superficie è coperta di spinule sottili ad apice flessuoso, acuto, presenti in numero di venti-ventidue per 10 micron quadri.
HABITAT – predilige terreni profondi, anche con un elevato contenuto di argilla e di solito ricoperti di muschio. Rispetto alle altre specie non è molto esigenti tanto da tollerare terreni con ristagno idrico e con reazione chimica al limite del sub-acido. Le tartufaie si localizzano di preferenza al bordo di coltivi, nei prati ed anche nei giardini. Vive in simbiosi con tigli, querce, noccioline ed alcune conifere (pini, abeti, ecc.) sia in ambienti peculiari sia nelle tartufaie di T. melanosporum quando esse si inerbiscono, sia in quelle di T. magnatum quando il suolo presenta sintomi di asfissia.

Sovente per le caratteristiche morfologiche e per lo stesso periodo di maturazione e raccolta viene confuso con il più pregiato Tubermelanosporum Vitt., ma un attento esame della gleba chiarisce la differenza. Ben più difficile è invece separare la sua forma tipica dalla forma moschatum De Ferry, in quanto la differenza più marcata è quella di un odore diverso, più forte e penetrante, che ricorda il muschio. La difficoltà aumenta anche perché vivono entrambi nello stesso habitat e si associano alle stesse piante simbionti. Al microscopio il moschatum presenta spore con spirule molto più lunghe ma meno numerose.

Tuber brumale varietà moschatum De Ferry

Nome: da “moschatum” (lat.) che sa di muschio (De Ferry, 1888).
Nome volgare: tartufo moscato.
Periodo di raccolta (L.R. 03 aprile 2013, n. 5): dal 1 gennaio al 15 marzo.

Differisce dalla forma tipo del Tuber brumale soprattutto per l’odore più forte e penetrante che ricorda il muschio e per il sapore più piccante; inoltre le spore presentano alla superficie spinule molto più lunghe, anche 4-6 micron, presenti in numero di tredici-quindici per 10 micron quadri.
Vive negli stessi ambienti del T. brumale ed ha più o meno il suo stesso valore commerciale, anche se presenta un sapore più marcato.

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