Schlier

LA FORMAZIONE DELLO SCHLIER

Prefazione

La Formazione dello Schlier segue la formazione del Bisciaro con litofacies che a luoghi si associano tra di loro, fino a formare orizzonti (livelli) che spesso tendono a rendere difficoltoso distinguere le due formazioni.
Questa unità stratigrafica deve il nome ai coevi (stessa età) e, dal punto di vista litologico, affini depositi che si rinvengono in Austria all’interno del bacino di Vienna.
E’ considerata una formazione emipelagica (emipelagico = ambiente dove si depositano solo i materiali piu’ fini provenienti dal continente) e il suo spessore è molto variabile da zona a zona.
Questo si deve sia alla variazione di morfologia del fondale marino nel quale la formazione si è depositata, sia a causa delle variazioni eteropiche (variazioni laterali di facies per cui sedimenti, pur deposti nello stesso intervallo di tempo, presentano caratteri diversi secondo le condizioni paleogeografiche specifiche del bacino di sedimentazione) con altre formazioni mioceniche (ad esempio le Marne con Cerrogna nel settore meridionale della Regione).
Indicativamente si possono indicare spessori variabili tra i 50 e i 300 m.
Per quanto riguarda l’età della formazione questa tende a divenire via via piu’ giovane man mano che ci si sposta da occidente verso oriente, in accordo con le fasi di strutturazione della catena appenninica ed alla migrazione del sistema catena – avanfossa durante il Miocene.
Si puo’ indicare un’età compresa tra il Burdigaliano superiore – Langhiano superiore, nelle aree piu’ occidentali, fino al Messiniano basale nelle aree piu’ orientali.

Considerazioni

Dal punto di vista litologico questa formazione è costituita da un’alternanza di marne e marne argillose e in minor misura da calcari marnosi biancastri finemente detritici. Il contenuto argilloso tende ad aumentare verso la parte alta della formazione.
Il colore è biancastro nella parte inferiore e media del complesso, prevalentemente grigiastro in quella superiore. La stratificazione è poco netta e in genere si evidenzia solo per il maggior contenuto calcareo di alcuni strati che, a causa della maggior durezza, appaiono più sporgenti rispetto agli strati meno resistenti.
Gli strati si presentano in genere medio-sottili e la bioturbazione (azione di organismi viventi nel sedimento) è piuttosto intensa.
Gli elementi litoidi tendono a rompersi con “ frattura concoide” (cioè a superficie curva).
In caso di intensa tettonizzazione si possono produrre sistemi di fratture talmente fitti da ridurre le marne in elementi minuti che tendono a dare origine a spesse coltri di detrito al piede degli affioramenti.
Le litofacies marnose abbondano di gusci fossili di foraminiferi planctonici, che possono essere osservati con una lente d’ingrandimento o direttamente ad occhio nudo.
Entro lo Schlier si rinvengono anche sottili livelli vulcanoclastici, molto alterati, dal tipico color ruggine dovuto alla presenza di ossidi e idrossidi di ferro che derivano dalla trasformazione diagenetica di vetro vulcanico.
Data la loro minor competenza agli agenti atmosferici (agenti esogeni), si possono formare, in corrispondenza di tali livelli, dei profondi e caratteristici solchi di erosione che tendono a mettere in risalto gli strati marnoso-calcarei all’interno dei quali sono contenuti.
Nella parte alta dell’unità è presente un caratteristico orizzonte di argille smectiche, minerale argilloso composto prevalentemente da montmorillonite, (chiamate impropriamente Bentonite), che puo’ arrivare anche ad un metro di spessore.

Indicazioni

Come il Bisciaro lo Schlier affiora diffusamente sui fianchi delle anticlinali che caratterizzano i rilievi nel territorio montuoso e collinare in provincia di Pesaro Urbino.
Nella sua porzione inferiore caratterizzata da maggiori litologie calcareo – marnose, si rinviene in affioramento lungo la strada Palcano – Moria, frazioni rispettivamente dei comuni di Cantiano e Cagli (PU), (versante sud occidentale di Monte Petrano).
Dal bivio che da Palcano conduce al monte Petrano si gira a destra in direzione Moria.
La formazione si rinviene dopo circa 800 metri sul lato destro della strada.
Lungo la strada Piobbico Urbania, all’altezza del bivio per Sant’Angelo in Vado, affiorano i termini piu’ argillosi della formazione che danno origine a spettacolari morfologie calanchive.

informazioni

Dal punto di vista della circolazione idrica la Formazione dello Schlier risulta fortemente limitata e dipende essenzialmente dal grado di fratturazione dei termini maggiormente calcarei.
Una peculiarità delle argille smectiche, è il fatto di essere costituite in prevalenza da un minerale argilloso, la montmorillonite. Questo minerale ha la capacità di assorbire acqua fino ad aumentare anche di 15 volte il proprio volume iniziale tanto da rendere tali argille utilizzabili per molte applicazioni in vari settori produttivi.
Possono essere impiegate per ottenere saponi e cosmetici, per migliorare, mescolate ad altri elementi le proprietà fisico e meccaniche dei laterizi; sono inoltre impiegate nell’industria della carta, in quella petrolifera, nell’industria tessile ed anche in quella alimentare (come additivo, antiagglomerante ed emulsionante).

Bibliografia

– Guide Geologiche Regionali, 15 Itinerari, Appennino Umbro Marchigiano, a cura della SOCIETA’ GEOLOGICA ITALIANA, vol. 1 – BE – MA editrice, 1997.

– Guide Geologiche Regionali, 34 Escursioni a piedi, Appennino Umbro Marchigiano, a cura della SOCIETA’ GEOLOGICA ITALIANA, 7/ secondo volume – BE – MA editrice, 1997.

– L’ambiente fisico delle Marche, GEOLOGIA – GEOMORFOLOGIA – IDROGEOLOGIA, Regione Marche Giunta Regionale, Assessorato Urbanistica Ambiente. S. EL. CA. s. r. l. Firenze, 1991.

– Note di geologia del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Giovanni Deiana e Leonardo Marchegiani – Quaderni scientifico divulgativi, 2002.

– Carta Geologica Regionale, EDIZIONE CTR, scala 1:10.000 – GIUNTA REGIONE MARCHE, Servizio Infrastrutture Trasporti ed energia, P. F. Urbanistica, Paesaggio e Informazioni Territoriali.

– Paesaggi e Ambienti del passato – Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi – Geologia, testi e immagini per raccontare una storia di 200 milioni di anni, Carta geologico – escursionistica, scala 1:25.000. Gruppo di lavoro Nord – ovest – sud – est. Prima edizione 2002.

– Rocce e Successioni sedimentarie – Alfonso Bosellini, Emiliano Mutti, Franco Ricci Lucchi, UTET, 1989.

Privacy Settings
We use cookies to enhance your experience while using our website. If you are using our Services via a browser you can restrict, block or remove cookies through your web browser settings. We also use content and scripts from third parties that may use tracking technologies. You can selectively provide your consent below to allow such third party embeds. For complete information about the cookies we use, data we collect and how we process them, please check our Privacy Policy
Youtube
Consent to display content from Youtube
Vimeo
Consent to display content from Vimeo
Google Maps
Consent to display content from Google
Spotify
Consent to display content from Spotify
Sound Cloud
Consent to display content from Sound