Salamandrina

LA SALAMANDRINA

Prefazione

La salamandrina è un endemismo italiano, più precisamente appenninico; in nessuna altra parte del mondo la si può trovare, mentre lungo la nostra penisola si sono differenziate due specie con lievi differenze genetiche, chiamate salamandrina perspicillata (o settentrionale) e salamandrina terdigitata (o meridionale). Un vanto italiano, frutto prezioso della straordinaria biodiversità del nostro paese o per meglio dire dell’Appennino dove questo anfibio, che è il più piccolo urodelo europeo, frequenta habitat di grande valore ambientale e paesaggistico, utili a lui ma non meno utili all’uomo. Anche per questo motivo la salamandrina è considerata una specie bandiera, capace con la sua presenza di rappresentare valori naturalistici che poi tradotti in servizi eco-sistemici sono le basi per la vita della gran parte degli animali, uomo compreso. L’unicità e il valore intrinseco della sua presenza ne ha determinato un successo anche d’immagine, fino a diventare il soggetto di numerosi progetti di tutela ma anche il simbolo dell’Unione Italiana Zoologi. Dal 2008 sul Monte Nerone è in atto un progetto di conservazione della salamandrina unico in Italia: grazie all’interessamento di appassionati erpetologi, con l’interessamento della Provincia di Pesaro e Urbino, un finanziamento europeo e numerosi volontari, ogni anno viene allestito e monitorato un sistema di barriere che impediscono a questi piccoli anfibi di finire sulla Strada Provinciale 82 di Rocca Leonella dove sarebbero schiacciati dalle auto.

considerazioni

La fortuna della salamandrina è stata per molte migliaia di anni quella di essersi ritagliata una nicchia ecologica coincidente con aree quasi sempre impervie dei rilievi appenninici: quelle in cui predatori come i pesci non arrivano perché bloccati da ostacoli naturali come le cascate o per il prosciugamento almeno parziale del corso d’acqua in estate. In quei recessi selvaggi hanno trovato acque non solo perenni ma anche molto pulite e una pressione certamente più contenuta delle operazioni di taglio a raso del bosco, complicate proprio dalla morfologia e la distanza dalle vie di comunicazione. Ma oggi che l’uomo ha colonizzato anche le zone più alte delle montagne costruendovi case e rifugi, le acque di quei torrenti corrono il rischio di essere inquinate o ridursi nella portata; per la stessa causa del “progresso” i boschi che le ospitano potrebbero essere raggiunti con strade aperte da ruspe e percorse dai trattori per poi essere tagliati. Questi rischi si sommano ad altre forme di disturbo come il torrentismo e l’escursionismo di massa, che andrebbero regolati attentamente e limitati se non sospesi nel periodo riproduttivo.

indicazioni

Le popolazioni di salamandrina si presentano diffuse a macchie di leopardo lungo la fascia appenninica, con numerose piccole sotto-popolazioni estremamente isolate. Il Monte Catria e soprattutto il Monte Nerone custodiscono alcune delle popolazioni più importanti d’Italia e quindi del mondo. La combinazione di acqua perenne e copertura boschiva è rintracciabile in diverse vallate dove le salamandrine vivono e si riproducono: il Rio Vitoschio (Fosso Pisciarello) e il Fosso del Presale, entrambi sul Nerone, rappresentano l’habitat ideale. Pur restando un animale molto raro, nei settori in cui trovano le condizioni ideali, le salamandrine possono essere sorprendentemente numerose così che, nei momenti in cui i fattori ambientali sono quelli giusti, quasi tutti gli individui sono attivi contemporaneamente. In quelle situazioni, soprattutto nel periodo prima e durante la stagione riproduttiva, occorre prestare attenzione nel muoversi nel bosco e nelle vicinanze del corso d’acqua per non calpestarle.

informazioni

La salamandrina è uno di quegli animali che ha raggiunto un alto livello evolutivo già diverse migliaia di anni fa. Essendo la sua vita limitata a quegli ambienti naturali tendenzialmente abbastanza stabili, messe in conto le sorprese che riserva il clima, considerato il lunghissimo letargo invernale che evita alla specie di dover fronteggiare anche le basse temperature e la mancanza di cibo, questo minuscolo anfibio si è già dotato di una serie di accorgimenti per molti versi insospettabili. In acqua, dove per lo più va solo per deporre le uova, nuota agilmente e riesce a rimanere in apnea per oltre 10 minuti: le femmine compiono l’ovo-deposizione su rametti subacquei o pietre del fondale approfittando del fatto che le uova gelatinose possiedono una sorta di collante. Sul terreno la salamandrina si muove sopra e sotto le foglie della lettiera, sul muschio, sulle rocce e nei tronchi stesi al suolo: normalmente il suo passo è lento ma può accelerarsi in caso di pericolo. Il corpo è quasi tutto nero nella parte superiore così da potersi mimetizzare nel sottobosco: ogni individuo possiede sulla testa, all’altezza della fronte, una macchia chiara dalla forma di occhiali; questa macchia è identificativa di ogni singolo esemplare e altro non è che un elemento di disturbo e persuasione rivolto ai predatori. Tuttavia la vera forma di difesa la salamandrina la nasconde nella parte ventrale, che mostra all’occorrenza girandosi pancia in sù o inarcando il corpo con il sollevamento del tronco, alzando la testa e nel contempo anche la coda: tutta la parte inferiore del corpo è infatti maculata di rosso e bianco, con un mix di colori che sono conosciuti come “aposematici”, cioè “di avvertimento” per i predatori che nel vederli generalmente desistono presagendo sostanze velenose. Più che per altri anfibi urodeli terricoli, per la salamandrina ha un ruolo molto importante la coda: importante per gli atteggiamenti difensivi, tra cui la rapida contorsione in caso di contatto, e determinante per la spettacolare posizione di caccia in cui la salamandrina praticamente si alza in piedi poggiando sulle zampe posteriori e la robusta coda. Le prede della salamandrina sono piccolissimi insetti che in giornate umide e nei momenti successivi alle piogge volano vicini al terreno.

curiosità

Nell’Appennino pesarese vive la salamandrina settentrionale, chiamata anche “del Savi” (Salamandrina perspicillata). La lunghezza degli adulti va da 9 a 11 cm, coda compresa. Il corpo è snello, privo di cresta; tutte le zampe hanno quattro dita e la coda ha sezione tondeggiante. Le parti inferiori delle zampe e della coda sono di colore rosso vivo. La livrea dei giovani ha tinte grigiastre e giallastre. La larva, quando esce dal suo involucro, misura tra i 2 e i 3,5 cm, con branchie esterne. Il dimorfismo sessuale è quasi invisibile, per lo più limitato ad una coda più lunga nei maschi.
Quando, per difendersi da una predazione, la salamandrina mette in mostra i colori ventrali, in realtà mette in atto anche un’altra sofisticata strategia difensiva: la letargia. Questa consiste nel fingersi morta, facendo affidamento sul fatto che pochi predatori sono anche necrofagi, cioè apprezzano mangiare un animale già morto. Nei fatti, la capacità di sommare ai colori d’avvertimento la letargia preserva la salamandrina dalle ambizioni predatorie dei carnivori (mammiferi) e di quasi tutti gli uccelli, se si esclude l’eccezione piuttosto singolare dell’averla piccola.
La vita attiva delle salamandrine dura generalmente da aprile a fine ottobre. Il resto dei mesi è letargo. All’inizio della primavera, nei giorni e negli orari con un tasso di umidità attorno al 70% e temperatura tra i 15 e i 25 gradi, le salamandrine si spostano dai siti di svernamento ai fossi entro cui scorre il torrente che sarà teatro del delicato momento della riproduzione. Le salamandrine sono filopatriche, così se il letargo l’hanno fatto nel mezzo del bosco, soprattutto le femmine, tendono ogni volta a tornare nel luogo in cui sono nate. Nel mese di aprile tutti gli esemplari iniziano ad approcciarsi al corso d’acqua, con brevi ingressi nel corpo liquido per verificare forza della corrente e livello dell’acqua. Quando il livello si normalizza e la corrente si placa è tempo di cercare il punto migliore per deporre le uova: il migliore è il rametto caduto nel torrente, sufficientemente ancorato al fondale, nel quale la femmina più scaltra attaccherà le sue 30-40 uova nel punto più in basso, quindi più garantito di tutti se il livello dell’acqua dovesse abbassarsi.
La Salamandrina perspicillata è specie rigorosamente protetta in base alla Convenzione di Berna del 1979 (Allegato II) e specie di interesse comunitario che richiede zone speciali di conservazione (Allegato II) e una protezione rigorosa (Allegato IV) in base alla Direttiva Habitat 92/43 del 1992.

Riferimenti bibliografici:

Poggiani L., Dionisi V, 2020. Anfibi e rettili della Provincia di Pesaro e Urbino 1980-2020. Collana “I libri del Lago Vicini” n. 9. Fondazione Cassa di Risparmio di Fano.

Privacy Settings
We use cookies to enhance your experience while using our website. If you are using our Services via a browser you can restrict, block or remove cookies through your web browser settings. We also use content and scripts from third parties that may use tracking technologies. You can selectively provide your consent below to allow such third party embeds. For complete information about the cookies we use, data we collect and how we process them, please check our Privacy Policy
Youtube
Consent to display content from Youtube
Vimeo
Consent to display content from Vimeo
Google Maps
Consent to display content from Google
Spotify
Consent to display content from Spotify
Sound Cloud
Consent to display content from Sound