PONTE MALLIO – CAGLI
A Cagli, lungo l’asse viario della strada consolare Flaminia, alla confluenza del torrente Bosso con il fiume Burano, si trova una delle maggiori e piu’ imponenti costruzioni romane: Il ponte Mallio, di probabile età tardorepubblicana. Il nome con cui viene storicamente chiamato risulta da un’errata interpretazione di un’epigrafe posta a ricordo di M(arcus) Allius che ne promosse il restauro in epoca augustea. Questa antica opera è oggi affiancata dal ponte attualmente utilizzato, realizzato nel 1948.
L’opera romana è costituita da un unico arco semicircolare del diametro di m. 11,66 formato da 21 cunei perfettamente tagliati e posti a secco l’uno accanto all’altro. Il materiale utilizzato per questa massiccia opera è una particolare pietra chiamata “breccione” o localmente detta anche “pietra grigna”, estratta da una vecchia cava nelle vicinanze della località di Foci. La pietra corniola, tipica roccia appartenente alla Successione stratigrafica Umbro – marchigiana, è stata utilizzata per interventi piu’ recenti, risalenti ad un successivo intervento di restauro in epoca augustea.
Il ponte accoglieva la piccola chiesa di Santa Maria Santissima Annunziata meta del pellegrinaggio, già in epoca medievale, di molti fedeli in ossequio alla miracolosa figura della Madonna del Ponte ora custodita presso la Chiesa di Santa Chiara. La costruzione sacra, era affiancata da una porta che costituiva il punto di accesso al vecchio borgo, regolamentando l’accesso al centro cittadino. Per rendere piu’ comodo e regolare il transito dei mezzi, questa struttura venne demolita nel 1898.
Risulta, ad oggi, interrato in parte e ben conservato nonostante i secoli trascorsi ed il grande terremoto che colpi’ e distrusse gran parte di Cagli il 3 giugno del 1781.
Riferimenti:
– Vittorio Galliazzo – I ponti romani, Catalogo generale – Treviso – Edizioni Canova – 1994
– Pierluigi Montecchini – La strada Flaminia – stab. tipo-litografico G. Federici – Pesaro -1879
– Colin O’Connor – Roman Bridges – Cambridge University Press – 1993