La via Flaminia

La via Flaminia

L’antica Via Flaminia fu il collegamento più agevole fra Roma e la Pianura Padana, calcato da tutte le legioni che iniziavano le loro campagne di conquista nell’arco alpino e, successivamente, in Gallia e in Hiberia, preferendola all’Aurelia. Realizzata in soli due anni, dal 220 al 219 a.C., dal console Caio Flaminio, fu sempre mantenuta in efficienza lungo le sue oltre 200 miglia, pari a 295 km.
La via usciva dalla capitale restando per breve tratto comune alla Cassia, poi da questa se ne staccava per attraversare l’agro falisco, raggiungere l’Umbria e il Piceno. A Fano, dopo aver superato lo spartiacque appenninico al valico della Scheggia di moderata altezza (632 metri), seguiva la costa adriatica fino a Rimini. Qui si raccordava con altre strade come la Via Aemilia e la Via Annia. L’importanza della strada spinse gli ingegneri ad adoperarsi per la realizzazione di un tracciato tecnicamente perfetto, privo di tratti acclivi, il più possibile rettilineo vincendo con opere di eccezionale impegno le asperità naturali. Nella gola del Furlo la strada correva scavata nella roccia e fu pure aperta una galleria per facilitare il transito, forse la prima della storia.
La fortuna della Flaminia dipese anche dai continui restauri cui fu sottoposta. Augusto, nel 27 a.C., rifece gran parte del lastricato, gettò il ponte sul Nera e numerosi altri viadotti. I restauri di Vespasiano (77 d.C.) sono ricordati nell’iscrizione dedicatoria presso la Gola del Furlo, mentre altri riassetti sono attribuiti a Adriano e ai Goti. Non solo soldati e mercanti calcarono il suo basolato, ma in senso più generale la colonizzazione e la cultura romana si diffusero con essa.
La Strada Provinciale Flaminia (SP 3), sulla quale si svolge in prevalenza il nostro itinerario, per lunghi tratti non segue più il tracciato dell’antica via consolare perché nel corso dei secoli, per motivi di carattere naturale o per esigenze dell’uomo, sono state apportate varianti anche notevoli ad un percorso che in origine, compatibilmente con le caratteristiche del terreno, era ovviamente quello più breve ed agevole possibile per chi si muoveva a piedi, a cavallo o sui carri.
Le varianti si sono accentuate negli ultimi decenni a seguito della diffusione dei mezzi a motore: la carreggiata è stata ampliata, le curve modificate e i percorsi allungati per rispondere alle esigenze di mezzi veloci; in sostanza, si può dire che esistono tre Flaminie: quella originaria, visibile solo in pochi tratti; la “vecchia”, la provinciale che attraversa i vari nuclei abitati; la “nuova”, la superstrada nazionale che assorbe gran parte del traffico a motore.
Ancora oggi la strada costituisce, soprattutto nel tratto marchigiano della provincia di Pesaro-Urbino, un autentico unicum per la presenza di ponti, sostruzioni, viadotti, tagli nella roccia, cippi e iscrizioni.
A tutto questo si aggiungono i nuclei abitativi sorti lungo la direttrice, molti dei quali da semplici stazioni di sosta (statio) sono divenuti nel corso dei secoli importanti centri, custodi di un ricco patrimonio storico, architettonico e naturalistico.
Le località attraversate da questa importante ed imponente opera ingegneristica sono: Scheggia, Pontericcioli, Cantiano, Cagli, Acqualagna, Fossombrone, Fano e Pesaro.

Privacy Settings
We use cookies to enhance your experience while using our website. If you are using our Services via a browser you can restrict, block or remove cookies through your web browser settings. We also use content and scripts from third parties that may use tracking technologies. You can selectively provide your consent below to allow such third party embeds. For complete information about the cookies we use, data we collect and how we process them, please check our Privacy Policy
Youtube
Consent to display content from Youtube
Vimeo
Consent to display content from Vimeo
Google Maps
Consent to display content from Google
Spotify
Consent to display content from Spotify
Sound Cloud
Consent to display content from Sound