Habitat ripariale

Habitat ripariale

Per bosco ripariale possiamo riferirci alla fascia di vegetazione che si trova ai margini dei corsi d’acqua formata principalmente da salici arbustivi e alberi ad alto fusto di pioppo e salice, a cui si sono uniscono con minor frequenza aceri, olmi, roverelle, ontani, prugnolo selvatico e biancospino e sambuco, oltre a specie invasive derivanti dall’azione dell’uomo come la Robinia e l’Ailanto.
Il bosco ripariale ricopre un ruolo di fondamentale importanza dal punto di vista ambientale, in quanto svolge diversi servizi ecosistemici come:
Contribuisce a consolidare gli argini contrastando l’erosione e favorendo il deposito di sedimenti.
Ricopre il ruolo di fascia tampone tra le acque dei fiumi e le zone circostanti proteggendo cosi gli ambienti acquatici da possibili inquinanti esterni che possono contaminare le acque e allo stesso tempo agisce come zona di fitodepurazione naturale degli inquinanti presenti.
Limita effetto di erosione dei suoli dato dalle acque durante le precipitazioni
Ricopre il ruolo di corridoio ecologico naturale favorendo gli spostamenti della fauna in aree con presenza di ambienti naturali frammentati.
Nel caso il bosco sia in buone condizioni ambientali offre una serie di habitat idonei a molte specie selvatiche sia vegetali che animali, in particolare a diversi uccelli migratori che possono trovare zone di riproduzione e sosta, contribuendo così al mantenimento della biodiversità locale e mondiale.
Diminuisce diversi fattori che comportano l’evaporazione delle acque nei fiumi minori.
Gli ambienti di Bosco ripariale vanno in contro a diverse problematiche stanno subendo gravi modifiche per azione dell’uomo ed in molte zone si stanno frammentando o scomparendo in maniera preoccupante, tra le minacce troviamo la costante captazione dell’acqua, i cambi nelle pratiche agricole a margine delle zone ripariali, la cementificazione o l’alterazione dell’alveo fluviale, le modifiche ai reticoli idrografici minori, l’inquinamento delle falde idriche, il poco rispetto delle indicazione tecniche durante la pulitura degli argini fluviali con conseguente prelievo del legname, l’invasione di diverse specie aliene più competitive rispetto alle specie autoctone.

Composizione

Le tre specie di importanza forestale e con la maggior presenza sono rappresentate da pioppo bianco (Populus alba L.), salice bianco(Salix alba L.) e pioppo nero (Populus nigra L.) che insieme coprono 88% delle specie presenti in queste formazioni.
La fascia più vicina alle acque marginale al bosco è formata principalmente da formazione arbustive di salice rosso (Salix purpurea), salice nero (S. triandra), Salice dell’Appennino (Salix apennina) e il salice olivastro o rosmarino (S. elaeagnos.)
Nella zona boschiva troviamo inizialmente una maggior presenza di alberi a ad alto fusto della specie salice bianco (Salix alba) a cui si sostituiscono, allontanandoci dall’acqua, formazioni costituite principalmente di pioppo nero (Populus nigra) e pioppo bianco (Populus Alba) a cui si aggiungono altre specie come l’acero campestre (Acer campestre), l’olmo minore (Ulmus minor), prugnolo selvatico (Prunus spinosa), biancospino (Crataegus monogyna), sambuco (Sambucus nigra), acacia (Robinia pseudoacacia), ailanto o albero del paradiso (Ailanthus altissima).

Distribuzione

Le formazioni riparie, secondo la classificazione dell’inventario forestale delle Marche, nella regione si estendono su 21.267 ha pari all’8,3% della superfice forestale, distribuite principalmente nella fascia collinare, costituendo in alcuni casi le uniche formazioni boschive presenti negli ambienti agricoli. Si possono classificare 3 ambiti principali di presenza delle formazioni:
Il primo relativo ai principali corsi d’acqua che presentano un suolo sabbioso o ciottoloso con continuo rinnovamento dato dai cicli annuali di inondazione e inghiaiamento, in questo contesto troviamo il pioppeto-saliceto e il saliceto arbustivo;
Il secondo relativo agli impluvi collinari e montani con le annesse formazioni vegetali quali siepi campestri e fasce arborate che comprendono il pioppeto-saliceto e l’alneto di ontano nero;
Il terzo è relativo ai medi e bassi versanti in posizione fresca in ambito collinare dove ritroviamo il pioppeto-saliceto.

Classificazione habitat

Tramite la Direttiva 92/43/CEE l’Unione Europea ha adottato un sistema di classificazione degli ambienti naturali e antropici per valutare e proporre strategie per la protezione di specie e habitat, nelle Marche troviamo 4 tipologie di Habitat ripariale appartenente alle acque correnti:
3240: Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix eleagnos
Formazioni arboreo-arbustive pioniere di salici di greto che si sviluppano sui greti ghiaioso-sabbiosi di fiumi con regime torrentizio e con sensibili variazioni del livello della falda nel corso dell’anno. Tali salici pionieri, con diverse entità tra le quali salice olivastro (Salix eleagnos) è considerata la specie guida, sono sempre prevalenti sulle altre specie arboree che si insediano in fasi più mature. Tra gli arbusti, l’olivello spinoso (Hippophae rhamnoides) è il più caratteristico indicatore di questo habitat. Lo strato erbaceo è spesso poco rappresentato e raramente significativo. Queste formazioni hanno la capacità di sopportare sia periodi di sovralluvionamento che fenomeni siccitosi.
3260 : Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho- Batrachion
Questo habitat include i corsi d’acqua, dalla pianura alla fascia montana, caratterizzati da vegetazione erbacea perenne paucispecifica formata da macrofite acquatiche a sviluppo prevalentemente subacqueo con apparati fiorali generalmente emersi del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion e muschi acquatici. Nella vegetazione esposta a corrente più veloce (Ranunculion fluitantis) gli apparati fogliari rimangono del tutto sommersi mentre in condizioni reofile meno spinte una parte delle foglie è portata a livello della superficie dell’acqua (Callitricho-Batrachion).
3270 : Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p e Bidention p.p.
Comunità vegetali che si sviluppano sulle rive fangose, periodicamente inondate e ricche di nitrati dei fiumi di pianura e della fascia submontana, caratterizzate da vegetazione annuale nitrofila pioniera delle alleanze Chenopodion rubri p.p. e Bidention p.p.. Il substrato è costituito da sabbie, limi o argille anche frammisti a uno scheletro ghiaioso. In primavera e fino all’inizio dell’estate questi ambienti, a lungo inondati, appaiono come rive melmose prive di vegetazione in quanto questa si sviluppa, se le condizioni sono favorevoli, nel periodo tardo estivo-autunnale. Tali siti sono soggetti nel corso degli anni a modifiche spaziali determinate dalle periodiche alluvioni.
3280 : Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell’alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba.
Vegetazione igro-nitrofila paucispecifica presente lungo i corsi d’acqua mediterranei a flusso permanente, su suoli permanentemente umidi e temporaneamente inondati. È un pascolo perenne denso, prostrato, quasi monospecifico dominato da graminacee rizomatose del genere Paspalum, al cui interno possono svilupparsi alcune piante come Cynodon dactylon e Polypogon viridis. Colonizza i depositi fluviali con granulometria fine (limosa), molto umidi e sommersi durante la maggior parte dell’anno, ricchi di materiale organico proveniente dalle acque eutrofiche.

Servizi ecosistemici e Biodiversità

Un «ecosistema» può essere inteso come l’insieme dei rapporti tra l’ambiente naturale e gli esseri viventi che lo compongono, costituendo un sistema unico di diversi elementi interdipendenti.
Con il termine “biodiversità” possiamo indicare la varietà ecosistemica che comprende tutti gli esseri viventi che stabiliscono tali relazioni ovvero il capitale naturale di un habitat. La biodiversità è essenziale in quanto garantisce che gli ecosistemi forniscano all’umanità tutta una serie di vantaggi denominati «beni e servizi ecosistemici» che comprendono la fertilità del suolo, la produzione di cibo, di fibre, di medicine, l’approvvigionamento idrico e la purificazione dell’aria, l’impollinazione, la regolazione del clima ecc..

Formazioni Riparie provinciali

Nel nord delle marche possiamo trovare formazioni forestali presso i principali fiumi e torrenti che abbiano un suolo sabbioso o ciottoloso soggetti alle dinamiche di sommersione e inghiaiamento durante l’anno si creano le condizioni per le tipologie di Pioppeto-saliceto e saliceto arbustivo. Lungo la parte inferiore del fiume foglia ritroviamo in maniera localizzata formazioni di pioppo bianco e salice bianco a formare dei Pioppeto-saliceti, mentre nelle zone di Serravalle di Carda e Piobbico è localizzato sui greti ciottoli lungo il fiume Candigliano il saliceto arbustivo

I tipi nelle marche

Il pioppeto-saliceto
Si estende su 22.407 ha ed è costituito da formazioni arboree che occupano posizioni di basso versante spesso nelle zone di deposito nei fondovalle o nelle zone adiacenti ai reticoli idrografici in cui è stata abbandonata l’attività agricola, arrivando anche fino a 800 metri di altezza. Sono costituite da Pioppo bianco, salice bianco e pioppo nero a cui si aggiungono altre latifoglie, anche d’invasione. Il suolo che prediligono è presente lungo i letti dei fiumi, ha tessitura sabbiosa con abbondante presenza di inerti sassosi calcarei fino in profondità, ed in superfice si presenta facilmente drenante e arido se esposto fuori dalle acque, con un continuo e ciclico apporto di materiale trasportato dalle acque.
Saliceto ripario arbustivo
Si estende su circa 46 ha ed è composto da formazioni arbustive ripariali presenti in maniera frammentata lungo i corsi d’acqua e nelle zone fondovalle e nei bassi versanti della fascia appenninica. Si compone principalmente da esemplari di Salix eleagnos, Salix purpurea, Salix apennina, Salix triandra.
Il suolo su cui prosperano è di tipo calcareo e senza possibilità di evoluzione in quanto si trova spesso all’interno dei letti dei fiumi e viene continuamente modificato e ringiovanito dai fenomeni erosivi e dagli apporti di sedimenti relative alle dinamiche fluviali, possiamo trovare due tipologie di suolo che si sviluppano principalmente, suoli totalmente formati da accumuli fini e sabbiosi nelle zone dove le acque sono più lente e tendono al deposito, e suoli ghiaiosi con medi e grossi inerti nelle zone a maggior corrente attività erosiva

Alneto di Ontano Nero

Si estende su 90 ha ed è composto principalmente da formazioni a ontano nero e a volte ontano napoletano; occupa in modo frammentato le zone adiacenti ai corsi d’acqua delle zone interne della Regione preferendo impluvi, bassi versanti e gole o forre di fondovalle, i suoli che predilige hanno granulometria grossolana e si caratterizzano per la presenza della falda anche fino in superfice, per i caratteri del terreno di tipo maggiormente idromorfo, e per fenomeni di accumulo e di saturazione da parte delle acque nel suolo.

Vegetazione Ripariale: https://www.lavalledelmetauro.it/contenuti/opere-specialistiche/scheda/4358.html
Boschi ripariali: https://www.lavalledelmetauro.it/contenuti/beni-ambientali/scheda/3775.html
Elenco Habitat: http://vnr.unipg.it/habitat/cerca.do
Rete Natura2000: https://www.regione.marche.it/natura2000/index-home.html
Inventario e Carta Forestale della Regione Marche: https://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Agricoltura-Sviluppo-Rurale-e-Pesca/Foreste#1635_Pubblicazioni

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