Grotta delle Nottole

GROTTA DELLE NOTTOLE A FONDARCA

Questa cavità non può essere descritta separatamente dalla spettacolare e vicina struttura ad archi di Fondarca. Infatti la Grotta delle Nottole è la parte rimasta in fase ipogea di una gigantesca condotta sotterranea facente parte del fenomeno carsico più antico del Nerone. Mentre Fondarca è residuo di un grande volume ipogeo scoperchiato dalla erosione avvenuta sulla superficie, la Grotta delle Nottole ne è la prosecuzione ostruita dal gigantesco accumulo di detriti piombati dentro l’anfiteatro roccioso.
Attualmente il sistema ipogeo del Nerone si è approfondito e le copiose acque drenate dalla montagna e convogliate nei complessi sistemi sotterranei risorgono più in basso, e sono captate per rifornire l’acquedotto di Urbino presentando una portata media di circa 200 litri al secondo.

AVVICINAMENTO

Da Pianello di Cagli si prende la strada per Piea-Cerreto. Arrivati a Pieia si prende il sentiero che parte da sopra le fonti e a fianco del pallaio per le bocce. In pochi minuti si arriva all’erta che salendo, a sinistra in corrispondenza di una fonte in disuso, conduce all’arco di Fondarca. A metà della salita, sul ghiaione alberato, si apre sulla destra la Grotta delle Nottole.

INTERESSE ARCHEOLOGICO

Il luogo è esposto a mezzogiorno, ad una quota modesta e si trova vicino ad una ricca sorgente d’acqua. Ovvio quindi cercare nella Grotta delle Nottole eventuali retaggi della presenza dell’uomo. Se il Nerone è stato abitato e frequentato dall’uomo nei millenni passati lo ha fatto scegliendo questo posto e non certo le grotte e i siti in quota, freddi e privi d’acqua.
Dal 2001 ad oggi l’Università della Tuscia ha condotto ricerche e scavi a più riprese nella grotta. Dopo il 2013, sotto la direzione del prof. Gian Maria Di Nocera, gli scavi hanno rivelato elementi comprovanti una utilizzazione della grotta dall’età del Bronzo Antico fino al Bronzo Recente, periodo compreso tra il 2300 e il 1200 a.C. La cavità non ha restituito né sepolture né strutture abitative, mentre si sono palesati numerosi focolari. E’ probabile che questo ambiente naturale fosse stato scelto periodicamente per incontri conviviali o per attività di culto. Le ossa di vari ungulati recanti tracce di macellazione pertinenti a selezionate parti del corpo degli animali, confermano questo aspetto. Le testimonianze archeologiche suggeriscono anche un uso della grotta da parte dei romani in un periodo compreso tra la fine del III secolo a.C. fino al III d.C.
Non sono stati reperiti elementi di età medievale.

VISITA ALLA GROTTA
La Grotta delle Nottole non presenta difficoltà o pericoli consistendo in un’unica grande sala in leggera salita, e può quindi essere fruita per attività didattiche anche da bambini piccoli. La raccomandazione è di non entrare se la si trova chiusa per proteggere gli scavi. Se l’ingresso è aperto occorre correttamente evitare di calpestare l’area di scavo che facilmente si individua appena dentro l’ingresso.

INTERESSE NATURALISTICO
La grotta ospita le più caratteristiche specie cavernicole appartenenti alla cosiddetta fauna parietale. Si tratta di elementi non estremamente specializzati che non vivono molto lontano dagli ingressi. I più visibili sono le dolicopode, le farfalle del genere Scoliopterix e il ragno delle grotte, il Meta menardi. Molto presenti sono i geotritoni (Speleomantes italicus), interessanti salamandridi cavernicoli. Ma a caratterizzare la grotta è una colonia di pipistrelli miniotteri (Miniopterus schreibersi), una specie molto gregaria che Forma raggruppamenti di centinaia di unità sulla volta della grotta.

I pipistrelli sono molto utili a mantenere un equilibrio ecologico. Nelle uscite serali mangiano migliaia di insetti, comprese le non gradite zanzare. Non attaccano l’uomo, non si attaccano ai capelli e in generale non corrispondono alla cattiva fama che la tradizione popolare ha attribuito loro. La raccomandazione è di passare veloci sotto la colonia senza disturbare.

LASCIATE SOLO L’IMPRONTA DELLE SCARPE. PRENDETE SOLO FOTOGRAFIE.
IN PRESENZA DI PIPISTRELLI PASSATE RAPIDI, SENZA DISTURBARE.
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BIBLIOGRAFIA
Bani M. 1989 – Monte Nerone. Grafica Vadese, Sant’Angelo in Vado, pp. 266
Bani M. 2003 – Itinerari speleologici a Monte Nerone. Rivista del CAI, marzo-aprile, pp. 68-72
Bani M. 2011 – Monte Nerone segreto. Anniballi Grafiche, Ancona, pp. 303
https://www.unitus.it/it/dipartimento/disucom/articoli-curiosit-storia-disucom/articolo/scavi-grotta-delle-nottole-corso-l1

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