LA FORMAZIONE GESSOSO – SOLFIFERA E I GESSI DI PEGLIO
Prefazione
Durante il Messiniano (tra i 7 e i 5 milioni di anni fa), che rappresenta l’ultima fase del Miocene, il Mar Mediterraneo si trasformo’ in un bacino evaporitico (una sorta di grande salina dove si depositavano per precipitazione minerali vari come il gesso, il salgemma ed altri), in seguito alla chiusura dello Stretto di Gibilterra che causo’ l’interruzione delle comunicazioni marine e quindi degli scambi tra il Mediterraneo stesso e l’Oceano Atlantico. Tale situazione perduro’ per circa 6/700.000 anni e si concluse con il ripristino di una sedimentazione di ambiente piu’ profondo.
I depositi evaporitici del Messiniano, che prendono il nome di Formazione Gessoso – Solfifera, interessano il Bacino Marchigiano Interno (compreso tra la Dorsale Umbro – marchigiana e quella Marchigiana) e la parte settentrionale del Bacino Marchigiano Esterno, cioè quell’ampia fascia di terreni che dalla Dorsale Marchigiana degrada verso la costa.
Lo spessore di tale formazione varia da poche decine di metri fino a circa 200 metri. L’età di deposizione è riferibile al Messiniano medio.
Considerazioni
Dal punto di vista litologico tale formazione viene generalmente divisa in tre membri:
– Membro inferiore e superiore formati in prevalenza da peliti euxiniche (formate in ambiente povero di ossigeno), marne bituminose e tripolacee ( accumuli di frustoli, membrane cellulari, di alghe silicee chiamate diatomee) corrispondenti ai “Ghioli di letto e di tetto”. Queste marne possono contenere fossili di pesci (ittioliti) e “filliti” cioè resti di foglie e vegetali fossili;
– Un membro mediano prevalentemente evaporitico, con gessi nodulari e saccaroidi, gessi balatini (gessi microcristallini laminati, grigio bluastri o violacei), gessi enterolitici (con lamine irregolari e contorte, dovute probabilmente a frane e scivolamenti all’interno del bacino). I gessi sono a volte accompagnati da calcari marnosi, calcari dolomitici laminati o massivi (Calcari di Base), seguiti da argille bituminose, gessareniti, siltiti ed arenarie sottilmente laminate ecc..
I livelli enterolitici e nodulari sono interpretati come strutture diagenetiche (diagenesi = processo chimico – fisico che trasforma i sedimenti in roccia) legati ad un ciclo gesso primario – anidrite – gesso secondario. Con il termine “gesso primario” si intende un gesso depositato per evaporazione e precipitazione da soluzioni sature, mentre per “gesso secondario” un gesso dovuto all’idratazione dell’anidrite (solfato di calcio anidro).
La diversa composizione litologica e mineralogica della formazione sta ed indicare diversi ambienti sedimentari con i gessi che presentano spessori maggiori in corrispondenza del centro del bacino divenendo piu’ sottili verso il bordo del bacino stesso. Gli ambienti sedimentari vanno dal subtidale (zona costiera interessate dalle le maree di minor ampiezza) all’intertidale (zona compresa trai normali livelli di alta e bassa marea), fino al sopratidale (zona invasa dal mare durante le maree di ampiezza maggiore).
GESSI DI PEGLIO
I Gessi di Peglio formano la rupe su cui sorge l’abitato omonino alta circa una cinquantina di metri. Si tratta di gessi per lo piu’ nodulari e saccaroidi (gessi microcristallini bianchi, che ricordano granelli di zucchero) in grosse bancate disposti in maniera caotica, disarticolati e traslati. Si rinvengono anche livelli di gessi balatini. Tali blocchi sono la testimonianza di grandi frane sottomarine (olistostromi) dovute a materiale che si accumulava sul bordo del bacino, per poi franare sui fianchi dello stesso. Alcune rocce presentano particolari microforme di carsismo superficiale dovuti all’azione corrosiva delle acque meteoriche sui gessi solubili.
Indicazioni
Da Urbania lungo la strada SS 73 bis si procede verso il Peglio per poi girare a sinistra verso il Santuario di Battaglia. Superato il Santuario si procede per qualche centinaio di metri dove, sui versanti stradali, è possibile osservare affioramenti della formazione Gessoso – Solfifera, in particolare livelli di gessi balatini. Ritornando sulla statale si prosegue a destra per l’abitato del Peglio. Qui è possibile osservare gli affioramenti caotici dei gessi passeggiando lungo una passerella che gira, per un breve tratto, attorno alla rupe.
Bibliografia
– Guide Geologiche Regionali, 34 Escursioni a piedi, Appennino Umbro Marchigiano, a cura della SOCIETA’ GEOLOGICA ITALIANA, 7/ secondo volume – BE – MA editrice, 1997.
– L’ambiente fisico delle Marche, GEOLOGIA – GEOMORFOLOGIA – IDROGEOLOGIA, Regione Marche Giunta Regionale, Assessorato Urbanistica Ambiente. S. EL. CA. s. r. l. Firenze, 1991.
– Carta Geologica Regionale, EDIZIONE CTR, scala 1:10.000 – GIUNTA REGIONE MARCHE, Servizio Infrastrutture Trasporti ed energia, P. F. Urbanistica, Paesaggio e Informazioni Territoriali.
– Itinerari geologico – ambientali nella valle del Marecchia. Regione Emilia Romagna, Servizio geologico, sismico e dei suoli. Servizio tecnico di bacino Romagna. Scala 1:60.000