Geotritone

IL GEOTRITONE

prefazione

Il geotritone è uno di quei pochi vertebrati al mondo rimasto uguale a se stesso da milioni di anni. Del resto il suo habitat è l’ecosistema fisso per eccellenza: la grotta. Dal punto di vista evolutivo il suo adattamento all’ambiente ipogeo ha raggiunto l’eccellenza molto tempo fa e altre nuove caratteristiche evidentemente non si sono dovute sviluppare. Questo piccolo drago che ama stare sottoterra è un anfibio sorprendente: l’unico che non depone in acqua le sue uova, l’unico che esegue una sorta di cure parentali, uno dei pochissimi che non ha colorazioni particolari e che si muove anche in pieno inverno. La vita del geotritone si svolge in piccoli spazi, quei pochi in grado di garantirgli un tasso di umidità molto elevato, qualche preda per alimentarsi e pochi se non nessun rischio di essere a sua volta predato.

considerazioni

Le grotte vere e proprie ma anche le caverne e gli anfratti rocciosi inseriti in gole e forre sono ecosistemi estremamente delicati, dove fattori ambientali stabili per migliaia di anni possono modificarsi con ogni piccola variazione in termini di temperatura, umidità, illuminazione, quantità di ossigeno e di anidride carbonica. Animali che sono strettamente connessi a quelle condizioni possono subire danni molto gravi da improvvisi cambiamenti, dalla morte all’abbandono del sito, dal fallimento della riproduzione alla carenza di cibo. Per questi motivi, certe attività ludiche dell’uomo, svolte non di rado con molta superficialità e nessuna conoscenza del concetto di biodiversità, possono costituire un grande pericolo per il geotritone e i suoi habitat: speleologia e torrentismo andrebbero in questo senso regolate e la frequentazione delle grotte cosiddette turistiche va gestita affinchè solo un certo numero di persone possa accedervi giornalmente, per un determinato numero di minuti e senza arrecare disturbo al geotritone e agli altri animali delle grotte.

indicazioni

Ogni grotta, grande o piccola che sia, se ha le caratteristiche proprie degli ambienti ipogei può ospitare geotritoni: gli enormi sistemi carsici del Monte Nerone e del Monte Catria ospitano una popolazione di grande importanza nel panorama nazionale e internazionale. I geotritoni cavernicoli si mantengono nel settore vicino all’entrata e nel settore mediano se si tratta di grotte con un certo sviluppo planimetrico. Vederli, se sono attivi, è piuttosto semplice; le loro battute di caccia, in cui cercano di afferrare con la lingua insetti e aracnidi, sono fatte di movimenti lentissimi e lunghissime attese. Osservare i geotritoni nel loro ambiente è come fare un salto nel passato: chiusi dentro una grotta possiamo anche immaginare di essere nella preistoria assistendo ad una scena che era la stessa ancor prima che sul pianeta apparisse l’Homo sapiens. Non bisogna però dimenticarsi di avere il massimo rispetto di questo animale così strano: non gli va puntata la luce addosso, non va fatto rumore e non bisogna assolutamente cercare di maneggiarlo perché la sua pelle è talmente sensibile che il contatto con la nostra, molto più calda della sua, potrebbe provocargli piccole ustioni alle zampe.

informazioni

Il colorito marroncino-giallastro del geotritone è un carattere che indica in modo eloquente il suo legame con l’oscurità e la semioscurità: al buio o con pochissima luce non serve essere colorati. Al contrario, in un luogo del genere, che è anche molto silenzioso, ogni piccolo suono si amplifica per cui serve muoversi con lentezza per non provocarne alcuno e in questo modo sentire la preda, individuarla e sorprenderla. Grotta, inoltre, significa umidità costante ma non per forza acqua: ecco quindi che la femmina di geotritone ha trovato un espediente anche in questo, deponendo le uova a terra, al riparo dal rischio di disidratazione. Una scelta che ha il costo di allungare i tempi di schiusa fino a 9 mesi. In questo lungo lasso di tempo il geotritone assume atteggiamenti di difesa nei confronti delle sue uova mantenendosi a lungo vicino ad esse. Nelle grotte non c’è niente, diremmo noi, ma non è vero: la vita ha avuto la meglio anche lì, spesso in modo impercettibile per l’occhio umano, e sono tutti esseri specializzati e molto rari. Il mondo ipogeo è l’ultima frontiera dell’esplorazione umana in questo pianeta e animali come il geotritone sono il punto di riferimento di partenza per la misteriosa biologia dei sistemi sotterranei.
In aree dove la natura dei suoli non ha permesso il formarsi di fenomeni di carsismo, il geotritone vive nel bosco e si muove allo scoperto col favore delle tenebre sostituendo le grotte con le cavità degli apparati radicali degli alberi, con l’interno in decomposizione degli alberi morti sdraiati al suolo o con il piccolo spazio vitale che si crea sotto il cumulo di tronchi ammucchiati a terra. Tra le specializzazioni del geotritone silvano ci sono curiosi comportamenti arboricoli. Che sia il buio di un tronco cavo o quello di una grotta per il geotritone contano i fattori ambientali: questa specie, ancora di più di altri anfibi, viene considerato uno straordinario indicatore degli effetti dovuti al riscaldamento globale.

curiosità

Il geotritone (Speleomantes italicus) è un anfibio dell’ordine degli urodeli, con una lunghezza del corpo di 8-9 cm, raramente fino a 12 cm, coda compresa, che a differenza di altri anfibi simili ha una sezione tondeggiante. Possiede zampe relativamente lunghe, parzialmente palmate, con dita corte e tozze: caratteri che gli permettono di essere un ottimo arrampicatore, sulle rocce e non solo. Il muso è squadrato, gli occhi grandi e sporgenti, l’epidermide sempre umida che favorisce la respirazione cutanea, scura con evidenti marmorizzature biancastre nella parte inferiore. La lingua è l’arma con cui caccia: è particolarmente appiccicosa e viene estroflessa all’occorrenza. Dalle uova, deposte in piccoli gruppi, fuoriescono piccoli già metamorfosati che nel primo anno di vita saranno così piccoli (attorno ai 3 cm) da dover rimanere nascosti in modo permanente, attendendo le prede per lo più al riparo nel loro minuscolo rifugio ricavato in qualche interstizio tra una roccia e l’altra o sotto la corteccia di un albero morto.
La specie italiana del geotritone è un endemismo diffuso prevalentemente lungo l’Appennino dall’Emilia Romagna all’Abruzzo.
Il geotritone è rigorosamente protetto in base alla Convenzione di Berna del 1979 ed è inserito nella lista delle specie di interesse comunitario all’interno della Direttiva Habitat del 1992 (Allegato D). Dal 1997 è anche nella Lista Rossa dei vertebrati italiani. Malgrado questi provvedimenti legislativi, in mancanza di una appropriata legge nazionale o almeno regionale per la tutela della fauna minore, i danni che possono essere inflitti ad una specie come questa e ai suoi habitat, vengono il più delle volte verificati quando è troppo tardi, senza cioè quella irrinunciabile opportunità di prevenire azioni quasi mai recuperabili.

Riferimenti bibliografici:

Fiacchini D., 2003. Atlante degli Anfibi e dei Rettili della provincia di Ancona. Provincia di Ancona, Assessorato all’Ambiente. Casa Editrice Nuove Ricerche, Ancona.
Poggiani L., Dionisi V., 2002. Gli anfibi e i rettili della provincia di Pesaro e Urbino. Quaderni dell’ambiente, vol. n. 12/2002. Provincia di Pesaro e Urbino, Assessorato Beni e Attività Ambientali.

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