Faggete

Faggete

Sono boschi composti da diverse specie di cui la caratterizzazione è data dalla presenza di faggi.
Il Faggio (Fagus sylvatica L.) è considerato l’albero Principe dell’appennino, ha un tronco liscio color argento che si sviluppa fino ad altezze di 35 metri, le singole piante quando sono distanziate, crescono come esemplari maestosi molto caratteristici, ma generalmente tende a formare boschi fitti con fisionomia slanciata, in tali boschi la poca luce e l’abbondante lettiera non permette al sottobosco di formarsi creando il tipico ambiente di faggeta. In primavera con la comparsa delle foglie il faggio emette anche i fiori, che si apriranno tra aprile e maggio, per poi formare i frutti chiamati faggiole, simili a piccole castagne triangolari riunite a due a due, all’interno di un involucro coriaceo coperto da finte spine detto cupola, le faggiole maturano nel corso dell’estate e cadono a terra da settembre in poi, esse sono commestibili in piccole quantità e vengono mangiate principalmente dalla fauna selvatica.
Il faggio occupa generalmente suoli freschi di tipo calcareo ma si adatta anche a suoli silicei subacidi, nelle Marche cresce nella fascia altitudinale compresa tra gli 800 metri e i 1600 metri, posizionandosi al limite altitudinale della vegetazione, si adatta a zone dove le precipitazioni sono superiori ai 800mm annui anche se l’optimum per la specie risulta circa il doppio e con medie dei mesi invernali non inferiori ai -4° C e medie annue variabili tra 6° e 12° C.

Composizione

Le faggete presentano generalmente una buona abbondanza di faggio che si attesta al 72% della composizione specifica, mentre la restante parte è composta da altre specie in funzione della posizione, tra le latifoglie troviamo il carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.), l’acero a foglie ottuse (Acer opalus Mill.), l’acero di monte (Acer pseudoplatanus L.), l’acero riccio (A. platanoides), il sorbo montano (Sorbus aria (L.), il frassino maggiore (Fraxinus excelsior L.) e il tiglio cordato (Tilia cordata Mill.), con presenza più sporadica troviamo il castagno (Castanea sativa), la roverella (Quercus pubescens Willd.) e il cerro (Quercus cerris L.). Tra le conifere troviamo come specie molto importante l’abete bianco (Abies alba), che funge da specie relitta di antichi boschi misti col faggio di cui oramai non vi è quasi più traccia, di cui se ne trovano nuclei ridottissimi nei pressi della località Macera della Morte, nei Monti della Laga e due piccoli nuclei localizzati nei dintorni di Fabriano e al valico di Bocca Trabaria; altre conifere che si possono ritrovare sono il pino nero (Pinus nigra) e il pino silvestre (Pinus sylvestris L.).
Le formazioni che raggiungono il maggior grado di purezza sono quelle che occupano la fascia montana, ciò è il risultato della selezione effettuata nel tempo tramite il taglio del bosco, che ha coinvolto le tipologie di faggeta mesoneutrofila e acidofila facendo si che presentino percentuali di faggio tra l’80% e il 90%. Le faggete di tipo mesofilo-submontano e mesoxerofila, essendo in popolamenti misti con altre latifoglie hanno gradi di purezza minori, con percentuali tra il 50 e il 60% circa.
La faggeta mesofila submontana si trovano spesso in alternanza con l’ornio-ostrieto di tipo mesofilo e mesoxerofilo,

Distribuzione

Le faggete a livello regionale occupano 20.126 ha, pari al 7,8% della superfice forestale delle Marche, di cui circa 13.000 ha sono di proprietà pubblica, la superfice che oggigiorno occupa è molto inferiore a quella potenziale della specie, infatti nei secoli l’areale del faggio è stato ridotto per fare spazio ai pascoli nelle zone più alte, mentre nelle zone di bassa quota è stato sostituito da formazioni di carpino nero. Il limite alle condizioni vegetative del faggio è influenzato da alcuni fattori principali come, le gelate tardive, lo sbalzo termico, la forza dei venti e l’aridità estiva. Il faggio predilige zone fresche con clima di tipo oceanico e subatlantico, principalmente in fascia montana dove si pone tra i 900 e i 1600 metri di altezza, ma può svilupparsi anche in situazioni particolari costituite da faggete presenti nelle stazioni fresche caratterizzate da abbondanti precipitazioni nell’orizzonte submontano tra i 400 e i 600 metri, e sui versanti calcarei caldi e soleggiati con clima di tipo mediterraneo-montano dove predilige le zone più alte intorno ai 1500 metri.
Nelle zone interne della regione troviamo formazioni a faggeta, anche estese e continue, che si sviluppano dal nord fino al sud della regione, sono composte principalmente da due tipologie, la faggeta mesofila sub-montana e alla faggeta eutrofica, la prima cresce anche in zone al di sotto del tipico limite del faggio, creando formazioni boschive miste assieme al carpino nero e acero a foglie ottuse già dai 600 metri di altezza; la seconda cresce sui rilievi appenninici con suoli carbonatici e si pone a quote più alte, al di sopra dei 1000 metri, dove nelle zone vicino al limite altitudinale il faggio assume uno sviluppo ridotto con altezze intorno ai 9 metri. Altri tipi di faggeta si trovano in nuclei di minore estensione, localizzati nel centro e sud delle Marche e comprendono la faggeta mesoneutrofila che si ritrova sui substrati arenacei principalmente nell’alta Valle del Tronto e nel Massiccio della Laga, la faggeta acidofila sempre localizzata nella zona della Laga ma al limite dell’altitudine vegetazionale ed infine la faggeta mesoxerofila che occupa posizioni aride e calde della fascia montana, relative ad affioramenti rocciosi o accumuli detritici.

Aspetti provinciali

Nella provincia di Pesaro Urbino possiamo trovare diverse formazioni di faggeta mesofila-submontana e a faggeta eutrofica e un piccolo nucleo della più rara faggeta mesoxerofila.
La faggeta mesofila-submontana occupa le zone dell’appennino a ridosso del limite regionale interno, le formazioni più estese si trovano soprattutto nell’alta Valle del Metauro dai monti della Luna fino a Bocca Trabaria a partire dagli 800 metri di altezza dove è comune la variante con presenza di cerro, nella zona del Monastero Fonte Avellana, a ridosso del Monte Catria, si creano particolari condizioni che consentono la presenza di piccoli nuclei di faggeta anche già dai 600 metri di altezza, nella zona tra il Bosco di Tecchie e Pianello, nella zona delle Cesane di Urbino, sui Monti della Gola del Furlo, nella zona del Monte Catria e Nerone e nel Parco naturale regionale del Sasso Simone e Simoncello.Sul versante Nord del M. Paganuccio nella zona della Gola del Furlo è presente un bosco costituito da faggeta mista e querceto caducifoglio, la faggeta si mostra rada e ad alto fusto e cresce su un terreno formato da calcari marnosi e scaglia.
La faggeta eutrofica occupa quasi esclusivamente i suoli carbonatici del Massiccio del Catria e del Nerone dove forma lembi ben estesi nelle zone più alte, una particolarità che caratterizza tali formazioni sono i contatti fra le Faggete e nuclei disgiunti di leccio sui versanti rupicoli meridionali dei Monti Catria e Nerone. Un altro piccolo nucleo è trovabile all’interno del Parco del Sasso Simone e Simoncello
Ci sono inoltre sul Monte Nerone, rari nuclei isolati di faggeta mesoxerofila nelle zone detritiche o di roccia affiorante in condizioni più calde e aride per via dell’esposizione a sud.

Tipi nelle Marche

Faggeta mesoneutrofila

Si estende su una superficie di 2.213 ha ed è caratterizzata da boschi condotti a ceduo matricinato e locali fustaie nelle cui formazioni troviamo sporadicamente altre latifoglie; si trova esclusivamente nella zona dei massicci della Laga, più precisamente nell’alta Valle del Tronto.
Cresce solo sui suoli arenacei sub-acidi della formazione del Flysch della Laga dove la posizione permette di mantenere una certa umidità del terreno, hanno tessitura franco-sabbiosa, superficiali o poco profondi, di tipo poco o mediamente evoluto, con presenza di sostanza organica in superficie. Predilige i medi e bassi versanti del piano montano, ma vi è anche la presenza sporadica di nuclei nel piano submontano

Faggeta mesofila submontana

Si estende su una superfice di 8.163 ha ed è composta da boschi cedui semplici e matricinati dove il faggio è presente in forma d’alto fusto, assieme alla presenza di altre specie come carpino nero, acero a foglie ottuse e castagno.
Presente pressoché lungo tutta la catena appenninica e su diversi rilievi della regione, le zone di maggior estensione delle formazioni a faggeta mesofila submontana si trovano nelle zone interne della provincia di Macerata e di Ascoli Piceno, maggiormente nei Monti Sibillini e nel Massiccio della Laga; nella centro-nord della regione invece le formazioni risultano più frammentate con maggiori presenze nei Massicci del Catria e Nerone, alto Metauro e Monte San Vicino
Cresce su suoli marnoso-arenacei al nord, calcarei nel centro e arenacei al sud, i suoli calcarei si presentano a tessitura franca o franco-sabbiosa, mediamente profondi con un grande accumulo superficiale di sostanza organica ricco di elementi nutritivi; i suoli arenacei si presentano a tessitura franco/franco-sabbiosa, profondi con presenza di calcare ed evoluzione variabile
Prospera maggiormente nelle zone di medio e basso versante in condizioni di pendenza variabile, talvolta è anche presente negli impluvi di quota

Faggeta eutrofica

Si estende su una superficie di 7.636 ha ed è composta da boschi gestiti a ceduo o ad alto fusto raramente assieme ad altre specie di latifoglie.
La faggeta eutrofica è diffusa principalmente nei rilievi più alti dell’appennino, nella zona di Bocca Trabaria e sulle sommità dei Monti Nerone e Catria nel nord della regione, mentre nel centro sud occupa diverse zone in maniera sconnessa, che vanno dal dal Monte Cucco, aggregandosi maggiormente sui Monti Sibillini e nell’alta Val Marecchia, scendendo fino ai confini del massiccio della Laga.
Cresce su suoli sia marnoso-arenacei del nord della regione che sui suoli carbonatici del resto dell’appennino, questi suoli presentano la quasi assenza di calcare e hanno tessitura franco e franco-limoso-argillosa, sono di tipo poco profondo e mediamente evoluto ed in superficie creano un buon accumulo di sostanza organica e in profondità una forte presenza di inerti calcarei.
Occupa gli alti e medi versanti con varia esposizione a partire dai 1000 metri di altezza.

Faggeta mesoxerofila

Si estende su una superficie di 1.209 ha ed è caratterizzata da boschi cedui e talvolta fustaie quasi in totale purezza. La faggeta mesoxerofila è tipica dei medi versanti assolati con esposizioni a sud dagli 800 metri di altezza; è presente principalmente nella zona dei Monti Sibillini e del Monte Nerone, dove occupa le zone di conoide, accumuli detritici e rocce esposte.
cresce su suoli carbonatici mediamente profondi, che in superficie hanno tessitura franca e presentano un forte accumulo di sostanza organica, andando in profondità la tessitura diventa franco-argillosa e vi è una forte presenza di inerti calcarei

Faggeta acidofila

Si estende su una superficie di 1.017 ha ed e composta da boschi cedui o fustaie nelle zone più alte, che si presentano normalmente poco densi, ad alto grado di purezza con rari casi di presenza di altre latifoglie o conifere relitte, sono formazione che generalmente vengono sfruttate per il pascolamento in bosco.
Questa tipologia di faggeta è esclusiva delle formazioni presenti nella zona dei Monti della Laga, occupando i suoli arenacei e marnoso-arenacei dei Flysh della Laga. Occupa gli alti versanti e i crinali, con diversa esposizione, nel limite vegetazionale tra i 1400 metri e i 1800 metri di altezza; cresce su suoli neutri o sub-acidi, superficiali o poco profondi di tipo poco evoluto che hanno tessiture franco-sabbiose e che presentano in superficie un buon accumulo di sostanza organica e assenza di calcare lungo il profilo. Tali faggete hanno la tendenza a creare apparati radicali poco profondi ma espansi orizzontalmente per garantirsi sostentamento e sostegno.

Elenco Habitat: http://vnr.unipg.it/habitat/cerca.do
Rete Natura2000 Marche: https://www.regione.marche.it/natura2000/index-home.html
Scheda faggio: https://www.lavalledelmetauro.it/contenuti/funghi-flora-fauna/scheda/808.html#:~:text=Albero%20o%20grande%20arbusto%20alto,oppure%20pi%C3%B9%20tozzo%20e%20contorto.
Inventario e Carta Forestale della Regione Marche: https://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Agricoltura-Sviluppo-Rurale-e-Pesca/Foreste#1635_Pubblicazioni

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