Conglomerati di Pietrafagnana
Prefazione
Nelle fasi iniziali del Pliocene, cinque milioni di anni fa circa, in località Pietrafagnana, alle falde del monte Carpegna, si formo’ un apparato deltizio costituito da fiumi ad alta energia che accumulavano materiale in prossimità del mare in un ampia piana alluvionale, in un contesto ambientale molto diverso da quello attuale.
Considerazioni
Tale conglomerato (corpo roccioso formato da ciottoli con spigoli arrotondati, è composto da elementi magmatici ( rocce granitoidi, tonaliti, ecc..), metamorfiche (gneiss, micascisti, ecc..) e sedimentarie, estranei alla successione stratigrafica locale ed appartenenti alla Colata Gravitativa della Val Marecchia.
Questi conglomerati si presentano come guglie e speroni che emergono prepotentemente dal paesaggio circostante costituito da argille ed arenarie che danno luogo a frequenti fenomeni calanchivi e frane.
Il lento sollevamento del territorio circostante, durante le fasi di formazione della catena appenninica, e l’esposizione agli agenti atmosferici, hanno condizionato l’evoluzione geomorfologica della struttura fin quasi al suo completo disfacimento.
L’azione degli agenti erosivi unitamente alle caratteristiche litologiche dei conglomerati e ad una matrice calcarea (il legante dei ciottoli), facilmente erodibile, hanno portato allo smantellamento della struttura ed al distacco dei singoli elementi, che tendono ad accumularsi alla base formando delle coltri detritiche che lentamente vengono ricoperte dalla vegetazione.
Indicazioni
La formazione geologica di Pietrafagnana è raggiungibile percorrendo una strada sterrata (deviazione a destra lungo il tratto di strada che da Carpegna conduce alla località Ponte Cappuccini). Oppure da Ponte Cappuccini stesso, lungo un tratto del sentiero 108 che porta all’abitato di Pietrarubbia.
TRA STORIE E LEGGENDE
Certamente questa strana formazione geologica deve aver colpito l’immaginazione dei primi abitanti di questo lembo di Appennino, siano stati essi cacciatori, allevatori o proto agricoltori.
Attorno ai conglomerati di Pietrafagnano sono infatti nate, nel corso della storia, leggende e racconti come quella del “Dito del Gigante” o del “Dito del Diavolo”, che narrano di un gigante relegato dagli Dei, a causa della sua brutalità, nelle profondità della terra e che lotto’ disperatamente riuscendo a far emergere solo il suo dito indice.
Oppure del Diavolo in persona, Lucifero, che per aver disobbedito a Dio venne anch’esso confinato nel sottosuolo.
(https://www.visitmontefeltro.it/localita/torrione-di-pietrafagnana/; https://guidambientale.wordpress.com/2016/05/06/geosito-pietrafagnana-castello-di-pietrarubbia/; https://www.e-borghi.com/it/racconti-dai-borghi/341/pietrarubbia-dove-il-montefeltro-si-racconta-.html)
Bibliografia
– Guide Geologiche Regionali, 34 Escursioni a piedi, Appennino Umbro Marchigiano, a cura della SOCIETA’ GEOLOGICA ITALIANA, 7/ secondo volume – BE – MA editrice, 1997.
– L’ambiente fisico delle Marche, GEOLOGIA – GEOMORFOLOGIA – IDROGEOLOGIA, Regione Marche Giunta Regionale, Assessorato Urbanistica Ambiente. S. EL. CA. s. r. l. Firenze, 1991.
– Carta Geologica Regionale, EDIZIONE CTR, scala 1:10.000 – GIUNTA REGIONE MARCHE, Servizio Infrastrutture Trasporti ed energia, P. F. Urbanistica, Paesaggio e Informazioni Territoriali.