Cascata del Sasso

UNA GRANDE CASCATA
prefazione
Settanta metri di fronte, quasi tredici metri di altezza: già i numeri ci dicono con chiarezza che non siamo di fronte ad una “cascatella”, ma ad un autentico monumento naturale, capace di stupire per le sue proporzioni, per l’aspetto del luogo e perché si tratta di un esito inaspettato: pochi sospettano che il Metauro possa ospitare una cascata di queste dimensioni. E in effetti, quella del Sasso è annoverata tra le 10 cascate piu’ belle d’Italia.
Si tratta di un sito capace, da solo, di generare apprezzamento e finalizzarsi come meta a sé stante, tale da giustificare una gita.
In ossequio al clima dei nostri monti, dai quali scende il Metauro, che è di tipo equinoziale e “montano oceanico” nelle parti piu’ elevate, i massimi di portata si hanno nelle stagioni di transizione, primavera ed autunno, quando la cascata dà il meglio di sè. Uno spettacolo inaspettato, cui vale la pena di assistere.

considerazioni
Purtroppo, sembra esserci una cesura tra i Vadesi e la loro cascata: l’area industriale del paese giunge a venti metri dalla cascata. Non vi è alcuna fascia di rispetto e, paradossalmente, è anche difficile individuare la cascata, nascosta com’è in mezzo ai capannoni. Lo stesso sito, sommariamente attrezzato con un paio di tavoli con sedie, si presenta in stato di sostanziale abbandono. Nello specchio d’acqua sotto alla cascata e galleggiano rifuti solidi e oggetti di ogni dimensione, così come se ne trovano in quantità incastrati tra i salici che bordano il Metauro. La presenza della zona industriale è un fatto irreversibile, ma la pulizia del fiume e la presenza di attrezzatura di accoglienza ed informazione anche minimali, potrebbero ridare dignità ad un luogo che, nonostante tutto, è meritevole.

indicazioni
Il sito puo’ essere raggiunto uscendo dalla statale 79 bis di Bocca Tra baria, ed entrando nella zona industriale. Piccoli cartelli indicano il sito, basta seguirli, facendo molta attenzione.
La cascata puo’ essere osservata da sopra, dove si giunge con facile accesso, fino al bordo orografico sinistro del fiume, dove sorge un belvedere in cemento, decisamente brutto, che in parte ha snaturato la bellezza della balza. Ma è consigliabile portarsi al di sotto; una breve strada conduce ad un secondo belvedere, ormai ostruito dai rovi e davanti al quale sono cresciuti alcuni pioppi. Anziché andare al belvedere, conviene spostarsi sul prato situato dinnanzi alla cascata, da dove si gode una magnifica vista sul salto d’acqua. Piu’ difficile, in questo caso, raggiungere la riva, per la mancanza di un sentiero, per la abbondante presenza di rovi e salici e, ancora, rifiuti solidi, quali lamiere e scarti di cantiere.

informazioni
La spettacolarità del sito nei periodi equinoziali e col Metauro alla massima portata è oggettiva. Una massa d’acqua rombante cade da tredici metri, su un vasto fronte di oltre cinquanta metri. Il rumore è assordante e l’aereosol è in grado di bagnare tanto quanto una pioggia continua. Nelle giornate di sole si formano continuamente arcobaleni, che si posizionano a seconda dell’altezza del sole e della posizione dell’osservatore. Accanto alla cascata vi è l’antico mulino del Sasso, del quale rimane la struttura edilizia.

La cascata è formata da un sorprendente strato di roccia dura, una calcare (il cosiddetto “Bisciaro”) che in pratica fa parte della dorsale del Montiego. Quest’ultima, un corpo montuoso collegato al Nerone, costituisce il primo (o l’ultimo) rilievo dell’Appennino calcareo Umbro Marchigiano, oltre il quale si estende l’universo dell’arenaceo marnosa, caratteristica dell’Appennino Tosco Romagnolo ed Emiliano. Sant’Angelo in Vado si trova a nord del valico di Bocca Serriola, che definisce il confine tra i due sistemi (centrale e settentrionale), ma il calcare raggiunge comunque le rive del Metauro. SI tratta insomma di una varietà di roccia che non ci si aspetterebbe di trovare in quest’ area, dominata da argille, marne e, poco piu’ a monte, dalle arenarie dell’Appennino Settentrionale. La sua resistenza all’azione erosiva dell’acqua, per effetto differenziale rispetto alle altre rocce circostanti, piu’ vulnerabili, ha determinato la formazione della cascata.

La cascata interrompe il corso del Metauro con un vero, inaspettato, colpo di scena. A monte e a valle il corso del fiume è tranquillo e regolare per chilometri e trovarsi di fronte ad una vera, grande cascata sorprende non poco. Oltretutto, dopo la confluenza del Meta e dell’Auro e dopo aver ricevuto diversi piccoli immissari, il Metauro, a Sant’Angelo in Vado, acquisisce dimensioni degne di nota e la massa d’acqua che va a caratterizzare la cascata è affatto trascurabile e garantisce lo spettacolo, specie nei periodi di massima portata.
In inverno, in occasione di una riduzione della portata e di periodi di freddo prolungato, la cascata puo’ congelare, dando luogo ad uno spettacolo anch’esso inaspettato e strabiliante. Tuttavia, quest’ultima situazione, un tempo piuttosto abituale, va rarefacendosi nel tempo e ormai è ridotta ad episodi sporadici.

storia
Il Mulino del Sasso risale al 1688 ed è stato attivo fino al 2° conflitto mondiale. Si trattava di un “mulino doppio” o a “doppia macina”. In pratica, l’acqua che proveniva dal canale di captazione a monte, cadeva in tubazioni (ora scomparse, ma probabilmente in laterizio, vista la presenza a Sant’Angelo di cinque fornaci attive nel periodo) che scaricando l’acqua sul “rotegio” (turbina costituita da perno e pale convesse in legno duro), azionava ben due macina contemporaneamente. Ma il mulino del Sasso non si limitava a questo; l’acqua infatti, dopo aver lasciato l’alloggiamento delle turbine, veniva fatta cadere al piano inferiore, dove azionava altre due turbine che muovevano altre due macine per la polverizzazione della biada. In tal modo, grazie all’altezza del salto e al struttura verticale del mulino, l’energia dell’acqua veniva utilizzata completamente e la trasformazione delle sementi, con relativa produzione di farine, era notevole, specie se rapportata a quella di altri mulini della zona.
Durante il ventennio fascista accadde una cosa che merita di essere ricordata, perché dimostra che, persino nei periodi peggiori, la volontà popolare puo’ venir fatta prevalere. Accadde che il proprietario dei terreni circostanti il mulino recinto’ le sue proprietà, che comprendevano la strada di accesso al mulino, che rimaneva sì accessibile, ma solo alle persone e agli animali da soma. Non potendo piu’ entrare i carri, l’attività del mulino risultava fortemente menomata, con ricadute negative sia per l’attività dell’impianto che sulla vita della popolazione della zona. I cittadini si organizzarono e, grazie alla loro compattezza e determinazione, le autorità furono costrette a intimare al proprietario dei terreni la riapertura dell’accesso carrabile, ripristinando la situazione di pieno servizio del mulino.

Con un Decreto della Giunta Regionale delle Marche, nel 1996 alla cascata venne apposto un vincolo paesaggistico, che però escludeva la sponda sinistra. Grazie alla tenace azione del dott. Giuseppe Dini, noto ambientalista, il vincolo fu esteso anche alla sponda sinistra l’anno successivo. Nel 2010 fu proposto il progetto per la realizzazione di una centrale elettrica da 350 kw e con la costruzione di una piccola diga alta 3 mt poco a monte della cascata. L’opera avrebbe sicuramente snaturato definitivamente il luogo, ma grazie ad un gruppo di cittadini Vadesi, coordinati dallo stesso Dini, e grazie al loro ricorso al capo dello stato, il progetto fu abbandonato.

Privacy Settings
We use cookies to enhance your experience while using our website. If you are using our Services via a browser you can restrict, block or remove cookies through your web browser settings. We also use content and scripts from third parties that may use tracking technologies. You can selectively provide your consent below to allow such third party embeds. For complete information about the cookies we use, data we collect and how we process them, please check our Privacy Policy
Youtube
Consent to display content from Youtube
Vimeo
Consent to display content from Vimeo
Google Maps
Consent to display content from Google
Spotify
Consent to display content from Spotify
Sound Cloud
Consent to display content from Sound