Carpa

CARPA – Cyprinus carpio

DESCRIZIONE
La carpa appartiene alla famiglia Cyprinidae e si ritiene originaria delle regioni asiatiche ed est-europee, introdotta in Italia in epoca antica dai romani per l’allevamento a scopo alimentare. E’ una specie tipica dei laghi e dei fiumi di pianura, predilige acque calde in tratti a corrente lenta con fondo sabbioso e fangoso. Presenta un corpo tozzo, piuttosto sviluppato in altezza e con testa piccola se paragonata al resto del corpo, la bocca è protrattile con labbra carnose munite di due paia di barbigli. Caratteristica della carpa è la presenza di scaglie molto grandi su tutto il corpo, la livrea è bruna sul dorso e giallastra sul ventre, con riflessi dorati sui fianchi e rossastri nelle pinne. La varietà denominata “a specchi” è caratterizzata dalla presenza di grosse squame lucide e dorate disposte irregolarmente sul dorso e sui fianchi. Raggiunge taglie di 70-80 centimetri e 10-15 chilogrammi di peso, ma sono segnalati esemplari che superano i 20 chilogrammi di peso, in particolare nei grandi laghi.

BIOLOGIA
E’ una specie di abitudini gregarie e particolarmente longeva che si stima possa vivere alcune decine di anni. Si alimenta prevalentemente sul fondo, grufolando con il muso tra sabbie e ghiaie fini, aiutandosi con i barbigli per selezionare larve di insetti, anellidi, detriti vegetali e organici. Durante la ricerca del cibo è consueto osservare nuvole di sabbia in sospensione e bollicine di gas in superficie a causa del molto materiale smosso. Nel periodo invernale, con il diminuire della temperatura dell’acqua, riduce la propria attività che riprende con vigore all’arrivo della primavera. La riproduzione della specie avviene nei mesi di maggio e giugno e le uova vengono deposte sulla vegetazione sommersa dove schiuderanno in pochi giorni.

STATUS DELLA SPECIE
In Provincia di Pesaro e Urbino la carpa è diffusa nei tratti planiziali e collinari dei fiumi Foglia e Metauro, con popolazioni particolarmente numerose nei luoghi a corrente molto lenta e nei bacini artificiali, e convive con altre specie come cavedano, barbo e alborella. E’ molto apprezzata dai pescasportivi in virtù delle sue dimensioni che hanno portato allo sviluppo di una apposita tecnica di pesca, denominata carpfishing, con attrezzature specifiche ed esche a base vegetale arricchite con aromi naturali. In alcune zone d’Italia è pescata a scopo commerciale in continuità con le tradizioni gastronomiche (ad es. Lago Trasimeno). Il gruppo di studio sulle specie invasive dell’IUCN ha inserito la carpa tra le specie aliene che hanno provocato i danni maggiori, in Provincia di Pesaro e Urbino ha occupato l’areale della tinca, specie autoctona un tempo diffusa nei tratti di pianura e ora molto rara.

BIBLIOGRAFIA:
AA.VV. (2012) Carta Ittica della Regione Marche
AA.VV. (2007) Carta Ittica delle acque correnti in Provincia di Pesaro e Urbino
De Paoli A., Busignani G. (2005) I pesci d’acqua dolce

CREDITI FOTOGRAFICI:
De Paoli A., Busignani G. (2005) – Ugolini M. (2005)

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